Moratti indignato: «È una vergogna questa realtà ribaltata»

«È una vergogna ribaltare la realtà». Il tentativo di coinvolgere l’Inter nel processo di Calciopoli ha fatto infuriare Massimo Moratti. Prima le intercettazioni tirate fuori dai legali di Moggi, che preannunciano battaglia nella prossima udienza a Napoli il 13 aprile e ora insistono sulla riapertura del processo sportivo, poi l’iniziativa di Christian Vieri, che ha chiesto la revoca dello scudetto 2006 assegnato ai nerazzurri.
«Sono due vicende diverse che casualmente escono insieme, forse c’è una lunga amicizia... - ironizza il presidente dell’Inter -. Una è vergognosa, quella di Calciopoli. Non c’è neanche da sottolineare questo ribaltamento ridicolo, che offende e che non ci lascia per niente indifferenti perché è veramente una cosa brutta. Io capisco che chi si deve difendere faccia di tutto, ma mi dispiace di più per chi lo segue anche sulla stampa o alla televisione sperando che ci sia qualcosa. Mi sembra che Mourinho abbia anticipato i tempi, il giorno prima ha detto quello che sarebbe successo il giorno dopo. Per quanto riguarda Vieri, invece, dico solo questo: mi fa tristezza». All’ex calciatore nerazzurro i tifosi interisti della curva nord hanno dedicato ieri uno striscione con la scritta: «Vieri lurido infame».
Le ultime telefonate «rinvenute» dagli avvocati di Moggi, date in pasto agli organi di stampa, si riferiscono anche al colloquio - per la verità non inedito - tra l’ex designatore Bergamo e l’ex addetto agli arbitri del Milan Meani (aprile 2005, si parla delle scelte sul direttore di gara per la partita con la Fiorentina e soprattutto del match-scudetto Milan-Juventus) e tra lo stesso Bergamo e l’amministratore delegato rossonero Galliani. «Mi faccia sentire il suo calore in questo momento...», la richiesta dell’ex fischietto livornese al dirigente del Milan nell’aprile 2005. Momento nel quale - è lo stesso periodo in cui chiama Moratti - Bergamo avrebbe già saputo di essere intercettato. Galliani non commenta i nuovi possibili sviluppi dell’inchiesta: «Dopo l’estate del 2006 (quando ci fu la sentenza della giustizia sportiva, ndr), che mi diede molte sofferenze, feci il giuramento di non parlare più di quelle vicende. Ma ho le mie idee anche se non le dico».
I legali di Moggi, Maurilio Prioreschi e Paolo Rodella, insistono: «Non escludiamo di intraprendere le opportune iniziative perché si riconsideri il processo calcistico a Moggi. Ciò che emerge dalle intercettazioni, al di là della loro rilevanza penale che sarà valutata dal Tribunale, è il fatto che altri dirigenti hanno violato - e forse più di Moggi perché finora hanno taciuto - i principi di lealtà e onorabilità sportiva sanciti dall’articolo 1 del regolamento federale».
Ma la Procura della Figc non sembra intenzionata ad aprire supplementi di indagini, né sulle presunte nuove intercettazioni né sulla richiesta di revoca dello scudetto 2006 all’Inter. Su quest’ultima vicenda, arriva anche il parere dell’ex segretario generale dell’Uefa Gerhard Aigner.

«Le intercettazioni ulteriori di Calciopoli? È evidente che Moratti e altri si difendevano dallo strapotere in Lega di Milan e Juventus: comunque fu Guido Rossi (commissario straordinario Fgci, ex membro del cda dell’Inter - ndr) e non io, a dare lo scudetto 2006 all’Inter», sottolinea all’Ansa Aigner, che all’epoca era capo della commissione dei «saggi» che con un parere giuridico diede il via libera alla riassegnazione del titolo dopo la revoca alla Juventus.

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