
Casa di Letizia Moratti. Sulla terrazza con lei ci sono Gabriele Albertini e Roberto Formigoni. A colazione, tra frutti di bosco e marmellate, nel menù ci sono ovviamente le prossime elezioni comunali a Milano. I tre pesi massimi di Forza Italia non hanno nessuna voglia di restare in panchina e ragionano su come allargare la coalizione. Moratti, presidente della Consulta del partito, con le sue oltre 41mila preferenze alle ultime europee si presenta come la più votata in Lombardia nell'area moderata e sta cercando di riunire tutte quelle personalità che hanno fatto la storia della città. L'obiettivo è costruire una squadra forte che possa affiancare il candidato scelto.
Albertini, primo cittadino sempre rimpianto, guarda da battitore libero al mondo liberale, mentre Formigoni cercherà di attrarre un voto cattolico sempre più frammentato. E poprio lui si è ripreso la scena sabato: invitato a un convegno dalla segretaria cittadina di Fi Cristina Rossello, ha puntato il dito sulla giunta Sala, rievocando i fasti della sua esperienza da governatore e ha benedetto la strategia di allargamento della coalizione. A tal proposito, ai tre - che torneranno a vedersi - non è sfuggita l'apertura del leader di Azione Carlo Calenda a ragionare su un profilo civico come quello dell'ex rettore Ferruccio Resta. I ragionamenti sono partiti proprio da lui: nessuna investitura, ma un nome che non dispiacerebbe nemmeno alla Lega ed è sicuramente sul tavolo. Moratti, Albertini e Formigoni concordano sulla necessità di individuare una candidatura dalla società civile, più idonea a intercettare il voto dei delusi dal centrosinistra e ad attrarre partiti e realtà anche al di fuori della coalizione. Tutti e tre hanno anche ben presente che nel 2027, oltre alle comunali, ci saranno pure le politiche. A colazione si è ragionato anche sul fatto che alle scorse regionali, sommando i voti di Attilio Fontana e quelli centristi di Moratti sostenuta anche dall'ormai ex Terzo polo, si superava quota 50 per cento.
Valutazioni necessarie, perché sul voto politico a Milano il centrodestra resta indietro. E sulle quali stanno ragionando anche gli alleati. Anche perché, per dirla con le parole di Albertini, Ignazio La Russa che da king maker vorrebbe provare a puntare su un politico, ha "un'idea tutta sua", visto che la discussione sul candidato è aperta anche dentro Fratelli d'Italia. Fi, invece, forte della crescita degli ultimi anni, vorrebbe indicare la direzione da seguire, nella convinzione di poter essere la forza che catalizza i voti riformisti e moderati. Strategia, quella dell'allargamento, portata avanti dal coordinatore lombardo Alessandro Sorte e apprezzata dal segretario Antonio Tajani. Entrambi ascolteranno le idee che arriveranno dal tavolo dei tre "senatori" azzurri. Con Tajani che ha anche lanciato i congressi provinciali e delle grandi città: nel 2026, un anno prima delle politiche, per poter arrivare alle elezioni con una squadra strutturata su tutta Milano.
E pare che l'asse Comazzi-Gallera-Generoso sia già in movimento. Quel che è certo è che Moratti, Formigoni e Albertini hanno voglia di dire la loro. Nessuna operazione nostalgia: Fi è pronta a dare battaglia con tutta la sua artiglieria.