La Moratti: "Via Padova non è il Bronx"

Il sindaco a sorpresa visita il quartiere: "Non è stato abbandonato" Faccia a faccia di un’ora con i residenti. E poi una partita a bocce

L’atmosfera è elettrica alla bocciofila Caccialanza di via Padova, a un centinaio di metri dal civico 80 dove il 13 febbraio venne ucciso un ragazzo egiziano di 19 anni. Sono tutti in trepidazione: il sindaco in persona sta arrivando per aprire la finale del campionato di bocce. Una manciata prima delle 21 Letizia Moratti, sfoderando il migliore dei suoi sorrisi, è lì: boccia in mano si prepara a lanciare. «Non sono mai stata brava a bocce, i genitori di mio marito erano bravissimi, ma io non sono mai riuscita, me la cavo meglio con il ballo». Tant’è: tira e quasi colpisce il boccino. Applauso generale, un po’ di emozione scompare. «Sono qui a testimoniare la mia vicinanza al quartiere - spiega -. Certo la città è molto grande, non è facile coprire tutto il territorio». «Non è stata molto presente qui, dopo gli scontri» incalza un anziano. «Io sono stata sempre in contatto con la polizia quella notte». «E via Clitumno, lì non c’era». «No, siamo intervenuti tempestivamente». I cittadini, i soci della bocciofila, i consiglieri di zona si lamentano per l’immagine del quartiere emersa dopo quel maledetto 13 febbraio. «Il vostro quartiere è bellissimo, e non merita di essere denigrato. Ha come tutte le zone dei punti di forza e delle debolezze. Guardate - continua la Moratti, che si è a sciolta e ha lasciato alle spalle per un’oretta problemi e panni più istituzionali - quello scontro sarebbe potuto accedere ovunque. Questo quanto emerge dalla ricostruzione dei fatti». Nel frattempo il sindaco non è certo stata con le mani in mano: ha incontrato le associazione che operano nella via, ha dato un consistente contributo - 12mila euro - alla parrocchia di San Giovanni Crisostomo di don Piero, ha aperto un tavolo di lavoro con tutte le realtà della via, che si concluderà a fine mese. «L’integrazione parte dalla cultura, e dallo sport - spiega il sindaco -: lo sport, in particolare, serve a imparare le regole, insegna a vincere e a perdere». Proprio per questo pensa di accogliere la proposta che viene dal presidente della Bocciofila Luigi Sardella: aprire le bocciofile alle scuole per insegnare ai bambini del quartiere questo sport antico. Non solo, la Caccialanza svolge un presidio fondamentale per via Padova: «Qui vengono anche gli extracomunitari, ma non capiscono le regole, ecco questo gioco - continuano i soci entusiasti - potrebbe aiutare anche a loro a integrarsi». D’accordo il sindaco che ha deciso di puntare, oltre che sulla legalità, con le due ordinanze che firmerà la settimana prossima, anche sulla cultura e sui presidi sociali perché «l’integrazione si costruisce iniziando dalla cultura. Stiamo anche pensando di organizzare un’iniziativa simbolica per la via, anche se credo che sia giusto che le iniziative partano dal basso, dal territorio». La settimana prossima, «dopo che la giunta avrà approvato l’importo delle multe, firmerà le ordinanze, su cui mi sono confrontata con il prefetto: una riguarderà i proprietari degli immobili, l’altra i gestori dei locali».
Non è la prima volta che il sindaco visita via Padova, ma lo è dopo gli scontri: «Ho trovato un quartiere tranquillo, come mi riferisce quotidianamente la polizia».

Insomma il i residenti possono dormire sonni tranquilli, non vivono nel Bronx e le forze dell’ordine vigilano sulla loro sicurezza, tanto che proprio ieri sono stati arrestati un italiano di 21 anni e una peruviana di 27 e un giovane egiziano preso per spaccio. Passati al setaccio anche i ristoranti: un peruviano è stato multato con 1500 euro per carente stato igienico del suo locale.

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