Gian Piero Scevola
Il day after dellInter ha il sapore della liberazione: rompete le righe per i giocatori dopo una stagione infinita, iniziata così così e conclusasi alla grande; gran sospiro di sollievo da parte di Roberto Mancini consapevole di aver fatto tutto quello che poteva fare e, soprattutto, felice per aver portato in via Durini un trofeo che mancava da 23 anni. Pazzi di gioia i tifosi che per tutta la notte hanno imperversato per Milano, neppure avessero vinto la coppa del mondo: scusabili però perchè la coppa Italia è colorata di nerazzurro e, questa è la novità, il Milan per una volta non ha vinto nulla.
Ma la liberazione è anche quella che ha provato Massimo Moratti che, allUefa vinta nel 1998, ora può aggiungere la Tim Cup in attesa di raggiungere il sogno di sempre: lo scudetto. «Rispetto allUefa vinta a Parigi, questa coppa Italia ha un sapore diverso», afferma il patron. «È stato molto piacevole vedere premiato il lavoro di Mancini ed è stato importante per dare maggiore convinzione e fiducia ai giocatori: serviranno da oggi in poi. Quanto a Mancini, è un premio che gli serve perchè affermare che si è bravi e poi non vincere niente, provoca fastidio. In questo caso quello che ha raccolto è utile per ottenere risultati ancora migliori in futuro».
Glorificato il Mancio, Moratti ha un pensiero per i 72mila che hanno riempito il Meazza contro la Roma: «Proprio questo pubblico, che ha dato anche un significato al valore della coppa, ci fa capire che siamo sulla strada giusta. Ed è un pubblico maturo perché credo non sogni molto sul mercato: sogna solo di avere buoni risultati. La squadra cè e sarebbe un errore rivoluzionarla e cercare altre stelle per compensare la mancanza di sicurezza evidenziata in qualche occasione. Ora la sicurezza cè, insieme a un buon gioco. Occorre sistemare leggermente la rosa e basta poco per dare unulteriore tranquillità al gruppo».
Un valore aggiunto che dovrebbe chiamarsi Pizarro, il cileno dellUdinese che tanto piace a Mancini e che il tecnico ha espressamente chiesto, unitamente a Solari, indispensabile, largentino di Madrid, per un certo lavoro sulle fasce. «Mancini ha risposto a una battuta su Pizarro e anche Solari ci interessa», ribatte Moratti, «ma al di là del nome pensiamo a un esterno. Ad uno in più, in realtà, perché Kily Gonzalez ha dimostrato proprio contro la Roma qualità tecniche e un gran carattere. E poi cè Van der Meyde. La rosa è solo da completare». Moratti però lo sa che la fantasia dei tifosi aspetta il grosso nome, ma limpressione è che questa volta latteso boom non ci sarà. «Con Ronaldinho mi sembrerebbe di tornare su un qualcosa che ormai non si fa più. Samuel è uno di quelli che seguiamo, ma il discorso da fare riguarda la sua valutazione economica. Non dimentichiamo che esiste sempre un problema di bilancio da guardare con attenzione. Anche Chivu è bravo, devo però dire che la difesa dellInter in tutta la seconda parte della stagione ha funzionato bene. Guardiamo anche il nostro giardino che non è poi così male», queste le parole di Moratti che sembrano spegnere certi voli pindarici della tifoseria.
E inevitabile arriva una battuta su Totti e sulla sua presunta voglia di lasciare Roma. «Voglia di fare una pazzia per lui? Lentusiasmo calcisticamente è sempre quello, se guardo i conti un po meno. Non credo che la gente stia sognando Totti. Sta sognando piuttosto una risposta seria da parte della squadra. E quella arriverà, sento che la vittoria in coppa Italia è un inizio, non una cosa a sé stante». E tanto per dare il buon esempio, ieri lInter ha rinnovato il contratto fino al 30 giugno 2006 al 36enne Sinisa Mihajlovic.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.