Giù le mani dalle opere di design. Milano si prende il «diritto di prelazione». E ieri ha strappato a Londra, che laveva già prenotata per Hyde Park, la «casa di pietra» firmata John Pawson esposta nel Cortile del Settecento dellUniversità Statale. «House of stone» è una delle installazioni di Think Tank, la mostra-laboratorio a cielo aperto allestita in via Festa del Perdono come uno degli eventi clou del Fuorisalone (e aperta al pubblico fino al 25 aprile). Ieri mattina, jeans e scarpe da ginnastica, ha fatto una lunga visita anche il sindaco Letizia Moratti. «Quando ho visto la casa di pietra - racconta - ho chiamato subito il presidente della Triennale, Davide Rampello, perché non potevamo perderla». Detto fatto: lopera resterà a Milano, traslocherà dopo levento in Statale nel museo del design di viale Alemagna. E non sarà lunica. «Abbiamo deciso di scegliere alcune installazioni perché restino alla città - assicura la Moratti -, potranno abbellire qualche piazza o essere inserite nei nuovi spazi dellex Ansaldo, in zona Tortona». Per la «House of stone» una piccola soddisfazione: «La voleva Londra, ma resterà qui».
Nel cortile della Statale il sindaco, che è commissario straordinario per il 2015, ha fatto ovviamente tappa anche allinstallazione con cui Expo esce per un attimo dal dibattito politico e si fa conoscere alla gente. Con un padiglione-mostra realizzato per Think Tank dallarchitetto Italo Rota per spiegare con video e scritte il significato dellEsposizione e il suo tema, «Nutrire il pianeta, energia per la vita», parole scritte sul grande cilindro che ha già accolto da mercoledì scorso ad oggi migliaia di visitatori. È il terzo anno consecutivo che la rivista Interni organizza nellateneo una grande festa-esposizione per il design, che si allunga per qualche giorno oltre il Salone del Mobile.
Negli spazi delluniversità spiccano tra gli altri un prototipo di casa «Just Home» di Paolo Caputo, il «porcospino» di Jean Michel Wilmotte, una struttura a torre ricoperta di aculei vegetali e luci a led, e ancora la visione del futuro secondo Daniel Libeskind, nelle 98 torri di legno di «Futuropolis».
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