Milano - Meno Ici per tutti. Miracolo a Milano, dove nonostante i tagli della Finanziaria si passa dagli slogan ai fatti. Il sindaco Letizia Moratti ha anticipato ieri agli assessori e consiglieri della maggioranza le linee guida del bilancio 2007, che abbasserà l’imposta sulla prima casa dal 5 al 4,7 per mille a tutte le famiglie. I milanesi raccolgono i frutti di una battaglia portata avanti nelle ultime settimane soprattutto da Forza Italia. Gli azzurri non si erano accontentati dell’abolizione totale dell’Ici per le famiglie con un reddito inferiore a 15mila euro, garantito inizialmente dalla Moratti. Hanno chiesto - e ieri ottenuto - un ulteriore passo avanti: il taglio dell’imposta dal 5 al 4,7 per mille comporterà un risparmio medio per famiglia di circa l’8%, 40-50 euro all’anno. Per tutti. Viene alzata invece dagli attuali 10.850 a 17mila euro (e non quindicimila come previsto in prima battuta) la fascia di reddito minima per accedere all’esenzione totale. Il tetto però verrà calcolato non più sulla base della dichiarazione dei redditi bensì secondo i paramentri Ise, l’indicatore della situazione economica che tiene conto del patrimonio mobiliare e immobiliare dell’intero nucleo. Una novità che irrigidisce il controllo contro gli evasori fiscali. La manovra Ici ammonta a circa 22 milioni di euro, e a godere dell’azzeramento dell’imposta - oggi previsto per 11mila nuclei - saranno potenzialmente centomila famiglie.
«Le autocertificazioni dell’Ise - conferma il vicesindaco di Milano e deputato di An, Riccardo De Corato - sono una garanzia che il taglio andrà realmente a beneficio di chi ne ha più bisogno, perché eventuali falsi saranno perseguiti dalla Guardia di finanza». De Corato sottolinea che «Milano si conferma l’unica tra le 12 città metropolitane del Paese che oltre a non introdurre l’Irpef, taglia l’Ici a centomila famiglie e garantisce l’abbassamento per tutti». In realtà a Roma anche Veltroni ha adottato il taglio dell’imposta sugli immobili e altri sindaci d’Italia hanno seguito l’esempio delle due metropoli.
Ma Milano si spinge al di là. «Oltre a non aumentare, e anzi ridurre le tasse, aumenteremo i servizi ai cittadini». La ricetta Moratti mescola recupero dell’evasione fiscale (Ici, Tarsu, pubblicità), che dovrebbe portare in cassa circa 5 milioni di euro in più rispetto al 2006, monetizzazione dei crediti dell’erario, il recupero di ruoli e multe degli anni precedenti, una maggiore efficienza della gestione finanziaria. Un «pacchetto» di provvedimenti che farà recuperare al Comune risorse per circa 72 milioni di euro.
Cartolarizzazione e privatizzazioni sono le altre parole d’ordine della manovra targata Palazzo Marino. Il sindaco conta di recuperare circa 150-200 milioni di euro dalla vendita di box, uffici e negozi oggi inutilizzati e di dismettere quote delle società partecipate (in primis Serravalle e Sea) per 370 milioni di euro.
«Nonostante il taglio di quasi 50 milioni di euro imposto dalla Finanziaria - afferma l’assessore milanese e senatrice di Fi, Ombretta Colli -, Milano non solo non aumenta le tasse ma garantisce più servizi. Altre città sono arrivate a raddoppiare l’Ici, noi esoneriamo centomila famiglie, abbassiamo l’imposta a tutti e continuiamo a non introdurre l’addizionale Irpef». Il controllo dell’evasione «è un segnale forte alle famiglie - aggiunge il capogruppo di An, Carlo Fidanza -, così garantiamo che a beneficiare dell’azzeramento dell’Ici saranno veramente i più bisognosi».
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