Lo smantellamento del campo nomadi irregolare di via Triboniano, il più grande di Milano, avverrà solo dopo che il prefetto Gian Valerio Lombardi avrà trovato sul mercato gli alloggi per le famiglie meritevoli del programma di accompagnamento abitativo: a confermarlo è stato il sindaco di Milano, Letizia Moratti. «Ho parlato con il prefetto stamattina - ha detto Letizia Moratti - e aspetto dal prefetto la conferma della disponibilità delle case che si era impegnato a reperire come commissario straordinario. Dopo di che riprenderemo la nostra azione condivisa». Conversando con i cronisti a margine di un convegno all’Università Bocconi di Milano, il primo cittadino ha confermato che gli alloggi non saranno residenze pubbliche, come deciso dalle istituzioni d’intesa con il ministro dell’Interno Roberto Maroni. «Assolutamente sì - ha detto il sindaco Moratti - gli alloggi dovranno essere trovati al di fuori del patrimonio immobiliare del Comune e dell’Aler». Sembra dunque improbabile che il grande accampamento di nomadi all’estrema periferia nord ovest di Milano possa essere chiuso entro la fine di ottobre, come era stato pronosticato appena un mese fa. Ma sulle tempistiche dello sgombero, Letizia Moratti non ha voluto fornire nuove previsioni: «questa è una cosa - ha risposto ai cronisti - che dovete chiedere al prefetto commissario».
Il Policlinico mette a disposizione tre case Il Consiglio di amministrazione della Fondazione Ospedale Maggiore Policlinico ha deliberato di mettere a disposizione del Commissario per l’emergenza Rom in Lombardia fino a tre unità abitative. Questo, spiega l’ospedale, a seguito della richiesta del prefetto di alloggi "per dare attuazione - si legge in una nota del Policlinico - al progetto del Comune che prevede l’abbandono dei campi nomadi e l’accompagnamento sociale di quelle famiglie che accettino di partecipare a un progetto condiviso di integrazione". È stato possibile acconsentire alla richiesta, aggiunge la struttura, grazie alla "momentanea disponibilità di alloggi sfitti di proprietà dell’Ente e in virtù anche della legge 94 del 25 marzo 1982, che impone a tutti gli enti pubblici proprietari di patrimoni immobiliari di mettere a disposizione del Comune una quota fino al 60% della disponibilità annuale complessiva di unità abitative, da assegnare prioritariamente a persone colpite da sfratto". Dal Cda è stato deliberato che gli appartamenti siano a misura di famiglia; ubicati in diversi stabili e scelti tra quelli inagibili e richiedenti interventi di ristrutturazione edilizia, previsti a carico degli Enti responsabili del progetto di integrazione.
È infine previsto un canone di affitto, secondo le quotazioni dell’Agenzia del territorio, e la stipula di una polizza di assicurazione contro i danni alle persone e alle cose che potrebbero essere causati dai soggetti assegnatari degli alloggi nel contesto condominiale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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