Come l’altra volta. A primavera, e quando manca ancora più di un anno alle prossime elezioni per Palazzo Marino, Silvio Berlusconi dice stop. Basta chiacchiere, autocandidature, pettegolezzi e guerre di correnti. Tramontata l’ipotesi di un Umberto Bossi con la fascia tricolore per riportare il Carroccio in Comune come già fu nell’era Formentini. Basta toto nomine con Maurizio Lupi, Riccardo De Corato, Paolo Del Debbio o l’idea di un ritorno di Gabriele Abertini nel palazzo dove ha già passato nove anni. Il prossimo candidato sindaco per il centrodestra sarà Letizia Moratti. Ad assicurarlo il coordinatore regionale del Pdl Guido Podestà, dopo l’incontro ad Arcore con Berlusconi. E, del resto, sulle pretese avanzate da Bossi e dai suoi luogotenenti prima e dopo la campagna elettorale, la Moratti già martedì era stata piuttosto tranchant. «In città, con la Lega, è finita 36 a 14». Ieri in diretta ad Antenna 3 la stoccata: «Ho comiciato tante cose, un mandato non basta. La ricandidatura? Se il Pdl me lo chiede risponderò di sì. Bossi? È un caro amico».
Ricandidatura, dunque, ma anche una «cabina di regia» da affiancarle. «Non è un commissariamento - precisa Podestà in un’intervista al quotidiano online affaritaliani.it - Ma un modo per far sentire al candidato che il partito è al suo fianco». Un po’ quello che è già stato fatto in vista delle elezioni regionali quando si misero «intorno al tavolo coloro che nel partito, a livello regionale, rappresentavano i diversi mondi». Tra i nomi degli invitati, Ignazio La Russa, Roberto Formigoni, Luigi Casero, Maurizio Lupi, Massimo Corsaro e Paolo Romani. «Si ripete una situazione nella quale il partito si mette a disposizione del candidato. Prima parlavamo di Formigoni, oggi parliamo di Moratti. L’obiettivo è di preparare al meglio le azioni sia dal punto di vista del programma che da quello operativo». Soddisfatto anche Lupi. «La Moratti - spiega il vicepresidente della Camera che qualcuno avrebbe voluto candidato sindaco - ha governato conque anni. Mi sembra non solo giusto, ma anche doveroso ripresentarci ai cittadini e farci giudicare ancora. E sono convinto che i cittadini ci confermeranno». E del resto per la Moratti di un lavoro «da giudicare nell’arco di dieci anni» e quindi due mandati, aveva parlato anche La Russa nei giorni roventi della campagna elettorale con la Lega che sgomitava e il Pdl impegnato a rintuzzare gli attacchi.
Ora un maggior coinvolgimento nel Tavolo per Milano di consiglieri comunali e assessori, chiede l’europarlamentare (ex di An) Carlo Fidanza. Che vorrebbe anche, al di là delle discussioni su Ecopass e ambiente, un più ampio «patto di fine mandato» con la Moratti. «Poche cose chiare e certe su cui il sindaco e noi tutti con lei ci impegniamo con i milanesi».
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