La Moratti scopre di avere i numeri per il bis

Cinquantadue minuti davanti al consiglio comunale per raccontare i suoi primi tre anni da sindaco di Milano. Un discorso per mettere già le mani sulla ricandidatura del 2011, malignano avversari e colonnelli della sua parte. Non è ancora il momento, assicura Letizia Moratti che però nella mole di idee e lavoro che propone (in verità di fronte a un’aula che non è certo piena come nelle grandi occasioni) tradisce un colpo d’occhio che va ben oltre l’anno e mezzo di mandato che ancora le resta. E che si riassume nelle tre parole chiave di una città che il sindaco vorrebbe sempre più vivibile, più efficiente e più sicura.
Affermazioni che, senza pezze d’appoggio, rischierebbero di rimanere fin troppo astratte. E allora lei ricorre ai numeri. Quelli che per la vivibilità parlano di 430 milioni di euro investiti, dell’Ecopass che ha ridotto del 14,4 per cento il traffico, delle auto meno inquinanti passate dal 40 al 60 per cento del parco circolante. E delle polveri sottili scese del 22 per cento all’interno della Cerchia dei Bastioni, del prolungamento delle linee metropolitane, delle auto in affitto con il car sharing. E delle biciclette a ore. Dei 78 chilometri di rete di teleriscaldamento, il doppio rispetto al 2006 per servire 228.550 milanesi. Dei 128mila alberi già piantati e del milione di metri quadrati di verde in più. L’efficienza, invece, passa attraverso lo 02-02-02, il numero creato dal Comune per ottenere certificati a domicilio e assistenza per Ecopass e altri servizi offerti.
Per aiutare le famiglie l’abolizione dell’Ici sulla prima casa, le tariffe di acqua, servizi e trasporti rimaste le più basse d’Italia, il progetto Cicogna con oltre 6.500 contributi alle mamme con reddito basso dal sesto mese di gravidanza fino al primo anno di età del bambino. Oltre 82mila i buoni libro gratuiti per scuole primarie e secondarie, 1.725 posti nido in più rispetto al 2006, 286 nidi in appalto e convenzione che hanno ormai azzerato le liste d’attesa e 170 scuole d’infanzia che accolgono gratuitamente oltre 22mila bambini. Per sostenere le imprese e contro la disoccupazione, stanziati solo quest’anno 12 milioni di euro. Nel capitolo sicurezza dieci caserme di polizia e carabinieri costruite nei quartieri più periferici, le sette ordinanze firmate contro vendita e consumo di droga, contro l’abuso di alcol, la prostituzione, l’accattonaggio, l’imbrattamento. E 21 milioni di euro investiti nel nuovi piano di illuminazione della città. Il risultato è già un arretramento del crimine, con i reati in città calati del 16 per cento. Aumentati, invece, gli sgomberi. «Solo tre durante la giunta precedente - la stilettata al predecessore -. Noi dall’inizio del mandato ne abbiamo già completati 146». Con Milano che può vantare un tasso di occupazione abusiva negli alloggi pubblici scesa a un quasi fisiologico 4 per cento, mentre Roma è al 30 per cento e Napoli sfiora il 50.
Nelle pagine dedicate al futuro c’è l’Expo, non un fine per Milano, ma quello che serve per cambiarla. «Mi sento la sua mamma, oggi ha preso la strada giusta e ha cominciato a crescere. A fare le sue esperienze». E poi gli scempi (leggi parcheggi sotterranei), da sanare. «Abbiamo chiuso alcune ferite aperte prendendo decisioni importanti per Darsena, Sant’Ambrogio, piazza XXV Aprile». La scelta più importante? «Quella che sul Piano di governo del territorio il consiglio è chiamato a fare nei prossimi tempi. Per un futuro nel quale costruire non significherà più consumare nuovo suolo pubblico. Un futuro in cui i legittimi diritti dei privati saranno pienamente riconosciuti e armonizzati con i superiori diritti pubblici».
Per chiudere le quattro priorità: un’ulteriore riduzione del traffico e una migliore mobilità, una migliore efficienza nei servizi, una maggiore sicurezza a la valorizzazione delle eccellenze milanesi.

E, alla fine, l’invito a riscoprirsi un po’ di più milanesi e ambrosiani. «Figli di quell’Ambrogio che ci rappresenta nel gonfalone della città. Straniero e cittadino di Milano, uomo santo e di Stato, uomo delle regole e dell’accoglienza».

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