(...)Lultima volta dopo le mie affermazioni alla trasmissione Anno Zero, ma anche per tutto quello che ho fatto per la cultura di Milano. Il mio è stato lunico assessorato che è riuscito con coraggio a differenziarsi dallattività della giunta precedente». Chiaro il riferimento velenoso alle sue critiche ai grattacieli storti che dovranno sorgere sullarea dellex Fiera. «Ritengo - il nuovo attacco di Sgarbi - che un sindaco, se non è obnubilato dallignoranza, deve dare unidea precisa di città e non sottostare ai diktat degli speculatori e di tre architetti che sono contro tutti e contro tutto. In questo la Moratti ha una grave responsabilità culturale». Pesanti le accuse a Daniel Libeskind, Zaha Hadid e Arata Isozaki, i cui progetti sono stati criticati anche da Berlusconi.
Tutte argomentazioni che non spostano nemmeno di un soffio la decisione già presa. Né, assicura la Moratti, è proponibile la soluzione di non dimettersi avanzata dal critico. «Sgarbi assessore al nulla? Impossibile». In realtà, come spiega il vicesindaco Riccardo De Corato, «il ritiro delle deleghe è un atto amministrativo immediatamente esecutivo». Nessuno spazio, dunque, per una trattativa. E, infatti, già ieri Giovanni Terzi ha sostituito Sgarbi nella cerimonia di intitolazione alleditore triestino Roberto Bazlen di un giardino in corso di Porta Romana. Occasione per una presa di distanza piuttosto dura di Terzi capodelegazione di Fi in giunta. «La mancanza di rispetto mostrata presentando una delibera mascherata per truffare la gente - sottolinea Terzi - è difficile da rimarginare ed è quanto di peggio può capitare a una squadra che deve lavorare insieme». Sgarbi, intanto, è a Roma dove ha incontrato Silvio Berlusconi («Un posto da sottosegretario? Ha detto che mi farà sapere presto») e sentito al telefono il sindaco Gianni Alemanno («Mi ha cercato lui, fare lassessore a Roma mi piacerebbe molto»). Già partito il toto successore, anche se la Moratti sembra terrà per qualche tempo la delega alla Cultura. «Io assessore? Sono troppo innamorato della Triennale», si defila il presidente Davide Rampello. Fa sentire le sua voce la Lega. «Adesso - tuona Matteo Salvini - ci vuole un assessore leghista per la cultura milanese e lombarda». Magari quel Philippe Daverio che occupò già quel posto nella giunta Formentini.
Giannino della Frattina
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