Un’altra giornata che divide, la festa della Repubblica del 2 giugno. Al centro delle polemiche stavolta la Lega Nord, che sulle celebrazioni ufficiali ha scelto una linea di indifferenza, o addirittura di aperta contestazione. Una linea alla quale risponde com’è ovvio il fronte della sinistra e del sindacato, ma che anche il Pdl vuole arginare, o disinnescare, certi eccessi dell’alleato-rivale. A rispondere alla Lega ci pensano dunque il sindaco, il vicesindaco e il presidente della Provincia.
Il 2 giugno si celebra il giorno del 1946 in cui gli italiani scelsero la Repubblica eleggendo anche i deputati dell’assemblea costituente, chiamata a scrivere la nuova Carta costituzionale. Un giorno e una ricorrenza non particolarmente sentiti nel Carroccio. Lo ha spiegato anche il presidente del Consiglio regionale Davide Boni: «Chi vuole festeggiare fa benissimo - ha detto l’ex assessore - io la festa non la sento, anche se ricordo quando, da militare di leva, era il 1983, ho sfilato davanti al presidente della Repubblica, allora era Pertini». Boni non ha partecipato alle cerimonie ufficiali, la Regione era rappresentata dall’assessore Stefano Maullu: «Non avevo preventivato alcuna partecipazione - ha spiegato Boni - ero alla Festa dei Navigli, dove ho visto tanti milanesi che negli altri giorni lavorano e ieri hanno potuto godersi la loro città». Ma Boni tiene basso il livello polemico: «Quando i nostri uomini sono chiamati a partecipare alle iniziative istituzionali ci sono - ha aggiunto - però mi solletica politicamente il fatto che si parli sempre della Lega, quando c’è e quando non c’è». Ad alzare le polemiche ci ha pensato invece il capogruppo del Carroccio, Matteo Salvini: «Quando ci sarà una Repubblica Federale italiana - ha detto - allora festeggerò. Ma finché è una repubblica basata su disequilibri evidenti, io lavoro come tanti altri».
La risposta alle contestazioni leghiste è arrivata principalmente dal presidente della Provincia, Guido Podestà e dal vicesindaco Riccardo De Corato: «La Lega - ha detto De Corato - può riconoscere quello che vuole, sono gli italiani che si riconoscono nel 2 giugno e nell’unità nazionale, poi la Lega faccia come vuole».
Podestà, da presidente della Provincia e coordinatore regionale del Pdl, ha voluto ribadire anche nel giorno della Repubblica, la linea con cui il partito di maggioranza relativa si appresta ad attuare il federalismo fiscale, un obiettivo di programma di tutta la maggioranza e non un «regalo» alla Lega: «Il 2 giugno - ha detto ieri partecipando alle celebrazioni di piazza - è la festa dell’unità del nostro Paese che vede nel federalismo il rafforzamento delle proprie radici». «È importante, doveroso e gioioso essere qui a festeggiare la festa della Repubblica - ha aggiunto - la festa dell’unità del nostro Paese che ormai in chiave europea e in una lettura globale vede nel federalismo quel rafforzamento di radici che non sono contrarie all’Unità di Italia, ma invece devono rafforzare l’unità del nostro Paese». Il presidente della provincia ha voluto anche ricordare i casi di Spagna e Germania, dove «il federalismo ha portato a una sussidiarietà che ha reso più coesi questi Paesi». «Anche noi - ha ribadito - crediamo che debba essere fatto perché l’unità si rafforzi».
A fare una sintesi fra le diverse posizioni in campo ci ha pensato anche il sindaco, Letizia Moratti: «Sono qui a festeggiare il 2 giugno che è la festa di tutta l’Italia, di tutto il Paese», ha detto il primo cittadino di Milano ricevendo nel suo studio i cittadini in visita a Palazzo Marino.
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