
Alessandro Morelli, sottosegretario leghista alla Presidenza del Consiglio. Intanto, so che avrebbe preferito essere in piazza Duomo a festeggiare la coppa Champions.
«Malgrado tutto, forza Inter».
L'urbanistica milanese è ancora nel caos dopo la ventina di inchieste aperte dai pm. Il «Salva Milano» è morto?
«Sì, peraltro rispetto al tentativo dell'interpretazione autentica della norma io ho sempre avuto un'idea differente, una sanatoria del passato, non un condono, proposta peraltro in sede parlamentare in occasione del decreto Salva Casa nel luglio 2024, e una revisione delle norme per il futuro. Il Comune cercava di ottenere ancora di più rispetto al passo avanti che già avevamo fatto per risolvere una questione creata dalle giunte Pd, e non è andata a buon fine. Oggi, con le ulteriori inchieste aperte dai pm, la situazione chiaramente si è ancora più complicata, anche rispetto all'opportunità di far passare una norma di quel genere».
Come se ne esce?
«La priorità è salvaguardare gli interessi delle famiglie che hanno investito i risparmi nell'acquisto di case finite sotto sequestro o con i cantieri bloccati. Convocheremo un tavolo delle forze parlamentari di centrodestra per cercare delle soluzioni. Malgrado non ci sia mai stato un mea culpa da parte del sindaco Sala e del Pd responsabili politici di iniziative che hanno portato a conseguenze tanto gravi. Miracolosamente nessun esponente della giunta Sala e Pisapia è stato interpellato dalla magistratura, solo i funzionari si trovano indagati».
Dopo l'incontro con la Procura il comitato della Famiglie Sospese ha riferito che emerge «con chiarezza» che serve una «nuova legge nazionale con effetto retroattivo». É la via?
«Ci sono varie idee in campo, il tavolo di centrodestra serve a fare una valutazione complessiva. La preoccupazione di tutti è che fatta una norma poi ci possano essere una serie di ricorsi, magari proprio da comitati vicini al Pd o da Avs che contesta la giunta Sala eppure continua a stare in maggioranza. Interpreto dalle parole della Procura che non ci sarebbero prese di posizione contrastanti. La maggioranza parlamentare di governo vuole salvaguardare le famiglie, porre attenzione ai dipendenti del abbandonati dalla giunta di Milano e comunque far luce rispetto ad una situazione che si è creata e che richiede una risposta. Non si può più bloccare l'immobiliare, la concorrenza di altre città, Roma in primis, si sta facendo feroce. Ripeto, il colmo sarebbe che facessimo una norma che salva la giunta Pd e i comitati di sinistra coi ricorsi inficiassero le buone e intenzioni del Parlamento, del tribunale e dell'opposizione di centrodestra in Comune».
Cosa si aspetta dal Pd?
«Deve prendersi le proprie responsabilità, ci sono atti che possono essere approvati in Consiglio comunale per dimostrare che c'è una volontà comune».
Ad esempio?
«Una mozione con cui le forze di centrosinistra, preso atto della situazione e nell'interesse generale di risolvere i problemi della famiglie, dei funzionari e della città che rischia di perdere investimenti, indichi un'ipotesi percorribile, sanatoria o altro».
Nel centrodestra è iniziato il derby tra candidato politico o civico per il dopo Sala. La Russa ha anche proposto Maurizio Lupi, Fi invece vuole un civico. Secondo lei?
«Il candidato dovrebbe essere un politico, credo che in Comune ora serva qualcuno che prenda saldamente le redini. Lupi? Essendo il dibattito in una fase molto acerba, il rischio è di bruciare i nomi che si fanno ora».
E sull'apertura di Fi ad Azione?
«Per noi l'importante è vincere sulla base di valori comuni. Se Azione vorrà apportare il proprio contributo dovrà esserci prima una netta presa d'atto pubblica che la sinistra milanese, che oggi sostiene, almeno su alcune questioni prioritarie come trasporti pubblici o sicurezza ha fatto un disastro. A quel punto, allargare l'area per noi è sempre positivo».
Mancano 250 giorni alle Olimpiadi 2026. Preoccupazioni?
«Le opere realizzate dagli enti del governo procedono alla grande e il sito di Simico, la società delle Infrastrutture e Trasporti, è un benchmark a livello europeo per quanto riguarda la trasparenza: on line c'è il cronoprogramma di ogni singola opera».
La giunta Sala ha dovuto approvare 7,5 milioni di spesa per far partire i lavori delle strade di accesso al PalaItalia a Santa Giulia, ci sono state critiche.
«Una piccola conferma della pressapochezza con la quale il Comune ha gestito alcune iniziative. Per dare il permesso a costruire nell'area ci è voluto un anno, ha complicato il cronoprogramma.
Se si fosse fatto tutto nei tempi giusti, sapendo che si tratta di un evento che darà lustro a Milano per i prossimi anni, si sarebbero risparmiati i fondi. Ma il Pd ha tenuto bloccato per 7 anni il progetto San Siro sul sì o no alla demolizione del Meazza».