Milano - Asia Argento è una madre che indossa i guantoni: «Il papà della bambina è un tossico». Morgan non c’è, assente giustificato per via di un intervento alle corde vocali, ma da casa risponde all’ex compagna: «Facevo uso di droghe. Oggi ho smesso, so che fanno male, me ne tengo lontano». Il giudice Adele Simoncelli ascolta la signora, pone alcune domande, cerca di capire. La causa è di quelle che prendono allo stomaco: la mamma, la madre di una bambina che non ha ancora compiuto nove anni, chiede, nientemeno, che il tribunale tolga la potestà genitoriale a Morgan. La mamma aveva già ottenuto, qualche settimana fa, l’affido esclusivo della piccola e l’adeguamento dell’assegno di mantenimento.
Ma vincere non le basta. Vuole escludere Morgan dalla vita della figlia e dunque attraverso i suoi legali si è rivolta al tribunale dei minori di Roma per il colpo del ko. In aula, l’attrice, oggi felicemente sposata con il regista Michele Civetta e madre di un altro bambino, riprende e sviluppa la requisitoria scritta nel ricorso. Nessun dubbio. Nessun tentennamento. Nessun passo indietro. Asia Argento è solo una mamma chioccia che vuole proteggere il suo pulcino e per questo non fa sconti a nessuno. Figurarsi al padre. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è l’ormai celeberrima intervista al mensile Max. Per la mamma si tratta di «una vera e propria apologia di uso di crack».
Morgan era andato giù pesante: «La cocaina la uso quotidianamente... prima di raggiungere il livello degli altri posso spararmi tutte le droghe che voglio. Posso bruciarmi il cervello a cuor leggero». Un’esternazione sconvolgente che aveva provocato l’esclusione del musicista dal festival di Sanremo. Ora però i suoi legali corrono ai ripari: «Hanno preso a pretesto - spiegano Giampaolo Cicconi ed Enrico Fioretti - alcune dichiarazioni che, come riportato in una memoria che abbiamo consegnato al tribunale, sono state immediatamente smentite dai quotidiani del giorno dopo». Morgan ha preso le distanze dal Morgan di Max.
Asia Argento, la mamma che vuole recintare la cameretta della figlia, non accetta quella spiegazione: «E allora perché lui non ha telefonato a mia figlia per chiarire anche con lei? Perché non l’ha rassicurata? Perché non le ha detto direttamente che era tutto falso?».
«Ma che doveva smentire?- è la controreplica - non è che un padre si rivolge alla figlia come a un ufficio stampa».
Certo, non è facile tener separato il mondo domestico, l’habitat di una bambina che va a scuola, gioca e cerca certezze e affetti, e l’universo esterno che rotola dentro la cameretta come una valanga, trascinato dalla fama della madre e, soprattutto, del padre. Lei non perdona: «Si disinteressa di mia figlia. Per fargliela vedere ho dovuto prendere l’aereo per Milano e ho anche acquistato a mie spese i biglietti aerei». Lui si aggrappa a una ritrovata consapevolezza: «Forse prima era così. Adesso no. Adesso vorrei stare di più con lei». I suoi legali vanno all’attacco: «È la mamma che non glielo fa incontrare. Morgan ci tiene molto a sua figlia e sta lottando strenuamente».
Il 4 febbraio scorso, davanti alle telecamere di Porta a porta, Morgan si era lasciato andare a un drammatico sfogo: «Non voglio che mia figlia subisca la presenza di un padre depresso che le trasmetta tristezza. Mia figlia stava con me ma poi sono caduto in disperazione e con immenso dolore ho preferito stesse con la mamma che viveva un momento migliore. Mi accorgo che è negativo lo stato in cui sono». Da tre anni la piccola vive con la madre. Ora lei vuole chiudere definitivamente la partita.
Il 29 aprile il tribunale ascolterà il padre. E Morgan assicura: «Ci sarò».
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