Morta anche la mamma della bimba: si è buttata con la figlia nel pozzo

BolzanoL’hanno cercata per ore tra i filari ai piedi delle colline. Ma non era fuggita. No, era già morta anche lei, nell’acqua del pozzo, non lontano da dove giaceva la figlioletta di 5 mesi. C’è sgomento, dolore, incredulità il giorno dopo a Caldaro, borgo incantato alle porte di Bolzano, dove si passeggia tra i vigneti, si sverna guardando il lago affollato dai turisti ma che oggi, all’improvviso, si risveglia nel dramma. Qui sabato sera Evi Drescher, maestra d’asilo di 44 anni è morta insieme a Martina, la sua bimba.
Quasi di certo non un incidente. L’ipotesi seguita dal pm Giancarlo Bramante e dai carabinieri è quella dell’omicidio-suicidio. Soffriva di depressione la donna, quella sua piccina nata down, le aveva cambiato la vita. Si era spenta la gioia, il sorriso trasformato in smorfie tirate, il futuro forse vissuto come un incubo.
Enzo Bagalà, il marito muratore, 45 anni, resta muto, impietrito, incapace di trovare un perché. E con lui a chiederselo il resto del paese. Ha perso la moglie, la sua tenera, indifesa bebè, ora gli resta da crescere da solo un figlio di cinque anni.
Martina e la mamma sono annegate in una vasca per l’irrigazione, in un campo non lontano da casa. Evi Drescher era uscita con la piccina nel passeggino intorno alle due di sabato pomeriggio. Nessun segno di violenza è stato riscontrato dal medico legale sul corpo della donna e neanche su quello della bambina. Inverosimile pensare a una caduta accidentale: la cisterna è sopraelevata rispetto al terreno, a lato una vasca, una sorta di tombino per lo spurgo, di uguali dimensioni fatta a pannelli di metallo, con una apertura di soli 40-50 centimetri, uno sportello per l’ispezione che normalmente si tiene chiuso: insomma una sorta di botola a pelo d’acqua. Gli investigatori trovano un’unica spiegazione plausibile sulla dinamica. Questa: la madre si sarebbe infilata attraverso l’apertura con la neonata in braccio, stendendosi poi sul fondo della vasca. Per morire, per portarsi dietro quella creatura che non accettava nata diversa. Anche il troppo amore può uccidere. Raccontano in paese che Evi Drescher temesse per il futuro della sua piccola, che fosse tormentata tanto da essere caduta in una forte depressione. Un medico stava provando a curarle la psiche, ad allontanare i fantasmi. Non è bastato.
La prima a essere trovata su segnalazione di un passante che aveva notato la carrozzina vuota e abbandonata, è stata la piccina. Si pensava, o meglio si sperava, che la donna potesse essere fuggita. Duecento uomini, tra carabinieri, poliziotti, vigili del fuoco l’hanno cercata per ore. A notte fonda, quel triste presagio che faceva temere il peggio si è materializzato.

«Un tecnico ha inserito una sonda con telecamera nella cisterna - spiegano i carabinieri - e abbiamo visto anche il corpo della donna. Non visibile a causa della piccola apertura, dei fili d’erba e detriti».
Nessun giallo, niente mostri da arrestare. Restano solo le lacrime.

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