Morte in allenamento: oggi l’autopsia

Potrebbe aver avuto in passato problemi fisici il ragazzo di 16 anni morto venerdì sera su un campo di calcio mentre stava facendo un allenamento con la propria squadra, il Real Sapienza, in vista della partita del campionato provinciale degli allievi che avrebbe dovuto disputare questa mattina. Di quale natura e di quale entità fossero stati questi problemi, se cardiaci o di altro genere, si saprà soltanto oggi, quando il medico legale Antonio Grande consegnerà una prima relazione dell’autopsia che ha effettuato sul cadavere del ragazzo nell’istituto di medicina legale dell’università La Sapienza al sostituto procuratore Adelchi D’Ippolito. Sul decesso il pm ha, infatti, aperto un’inchiesta per omicidio colposo contro ignoti, affidando le indagini ai carabinieri della compagnia di Montesacro. Il magistrato non ha ancora ascoltato il padre del calciatore, un medico, mentre gli investigatori dovranno stabilire anche la regolarità o meno del certificato di idoneità a svolgere l’attività sportiva rilasciata al ragazzo. Sono stati inoltre disposti esami istologici per stabilire le cause della morte e si dovrà stabilire anche se a provocare il decesso sia stato un infarto. Così come al padre sarà chiesta un’anamnesi del figlio. Ieri, intanto, in segno di lutto non si è svolta la partita che G.C., chiamato dai suoi compagni e tecnici il «Gladiatore» per la grinta che mostrava in campo, avrebbe dovuto disputare contro la squadra del Certosa. Il ragazzo era considerato una promessa del calcio giovanile romano. Al centro del campo del Real Sapienza, dirigenti, tecnici, allenatori e amici hanno messo una coppa per ricordare il ragazzo, che venerdì alle 20.30 si è sentito male su quel terreno di gioco alla presenza anche del gemello. Chi era presente ricorda momenti drammatici, l’inutile arrivo dell’ambulanza, dopo i disperati tentativi di soccorrerlo, come anche quello del suo allenatore, che ha tentato un massaggio cardiaco, nel centro sportivo Aldo Valente in via Felice De Andreis, alla periferia Est di Roma. Poi la corsa in ospedale, verso il Policlinico Casilino, e la morte. Per gli atleti che come G.C. praticano sport a livello agonistico sono previsti test specifici che in alcuni casi, però, non riescono a mettere in rilievo eventuali deficit organici. È quanto spiega Sergio Cameli, specialista in medicina dello sport e medico federale della Federazione pallavolo.

Gli obblighi di legge, spiega il medico, prevedono la visita medica, l’elettrocardiogramma prima e dopo un test da sforzo, l’esame delle urine e una spirometria. «Tuttavia - spiega Cameli - anche se tutto sembra normale e non si intravvedono situazioni poco chiare non è possibile escludere patologie cardiache silenti che si manifestano improvvisamente».

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