Roma - La morte di Moana Pozzi, avvenuta 13 anni fa, continua a far parlare. L'ultima notizia arriva dalla procura di Roma, che ha chiesto, mediante una rogatoria in Francia, la cartella clinica di un ospedale di Lione dove è morta la portnostar. La procura di Roma sta indagando dopo le dichiarazioni alla stampa del marito Antonio Di Ciesco, che mesi fa aveva rivelato di aver aiutato la pornostar a morire nel settembre del 1994, durante il ricovero in una clinica di Lione per un tumore al fegato, facendo entrare bolle d’aria attraverso il tubicino della flebo.
Obiettivo del pm Salvatore Vitello, titolare del fascicolo che vede indagato Antonio Di Ciesco, vedovo della pornostar, per il reato di "omicidio del consenziente", è quello di acquisire presso la casa di cura transalpina la documentazione medica relativa alla degenza di Moana. Di Ciesco è finito sotto inchiesta dopo la denuncia presentata a un commissariato di polizia da Riccardo Schicchi, manager della Pozzi, che lui disse di aver sentito per telefono il giorno prima della sua morte senza che lei gli avesse manifestato alcuna intenzione di farla finita.
Oltre all’impresario del porno, anche alcuni stretti familiari di Moana, sentiti dagli investigatori su delega del pm, hanno smentito con forza quanto affermato da Di Ciesco.
Il quale, a sua volta, convocato in procura, ha preferito avvalersi della facoltà di non rispondere. Se il reato di omicidio del consenziente non dovesse trovare fondati riscontri oggettivi, il pm Vitello potrebbe procedere nei confronti del marito della Pozzi per il reato di autocalunnia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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