da Verona
Qualcuno dice che volesse rimuove un oggetto dalle rotaie per evitare pericoli ai turisti, ma non ci sono testimoni e non si capisce perché si fosse avventurato fin lì in una zona non solo vietata al pubblico ma anche al personale. Alessandro Fasoli, 18 anni, è morto così, travolto da un vagoncino della monorotaia del parco di divertimenti di Gardaland, un convoglio sopraelevato che percorre una parte del parco permettendone la visione dinsieme. Veniva da Sona, vicino a Verona, era stato assunto solo da un paio di mesi come stagionale, era addetto ai cancelletti di ingresso .
Cosa sia successo è ancora tutto da chiarire: un fascicolo dinchiesta è stato aperto dalla procura della Repubblica di Verona. Lipotesi di reato, ha precisato il procuratore Guido Papalia «in questi casi è di omicidio colposo». «Saranno fatti tutti gli accertamenti del caso - ha aggiunto il magistrato - per valutare se ci sono o meno responsabilità». Il vagoncino che ha travolto il giovane era vuoto, perché stava raggiungendo la stazione darrivo, dove i convogli si incolonnano dopo aver già scaricato il pubblico.
La direzione del parco e i compagni di lavoro di Alessandro sono sconvolti «anche se davanti a questa tragedia, cè stata gente che ci ha chiesto il rimborso del biglietto dingresso perchè lattrazione era chiusa... » ha riferito lamministratore delegato di Gardaland, Aldo Vigevani. «Mi vergogno quasi a raccontarlo - prosegue - ma cè stato chi rivoleva i soldi anche quando gli abbiamo spiegato perché era chiuso il treno monorotaia».
«Era un ragazzo doro ed era felicissimo di lavorare a Gardaland», ricorda di Giuseppe Fasoli, lo zio di Alessandro. «Lho visto lultima volta stamattina, mentre saliva in moto per andare al lavoro, mi ha chiesto come stavo, di buon umore, come sempre».
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