Roma

Morti bianche: «Più controlli e guerra al lavoro nero»

Sistemi di controllo capillari e guerra al sommerso. Sono le strategie che Fabio Armeni, presidente della commissione consiliare della Regione per la sicurezza nei luoghi di lavoro, vuole mettere in campo per risolvere il problema delle morti bianche. In Italia le vittime nel 2007 sono salite a 305, di cui cinque solo nel Lazio.
Presidente Armeni, è la prevenzione che manca?
«Ancora peggio, è un problema di cultura. Il rischio viene considerato un elemento naturale del processo produttivo, ci troviamo davanti a un’ideologia della fatalità. La sicurezza non è un elemento aggiunto e separato, ma rappresenta quel fattore essenziale che dovrebbe stare alla base dell’intera organizzazione del lavoro».
E perché ciò non avviene?
«Le cause sono molteplici: bisogna considerare il sommerso, i sub-appalti e poi l’assegnazione delle gare tramite il sistema del massimo ribasso. Per aggiudicarsi i progetti le imprese sono costrette a fare dei sacrifici incredibili e penalizzano così i sistemi di sicurezza».
La sua commissione che contromisure ha deciso di adottare?
«Stiamo preparando un disegno di legge per combattere il lavoro nero e un altro che prevede una nuova disciplina degli appalti, tramite un sistema di clausole premianti e a disfavore. Se per esempio una ditta nei tre anni precedenti alla gara non ha ricevuto sanzioni verrà agevolata, mentre quelle che dopo i controlli non saranno trovate in regola verranno punite in maniera progressiva, fino alla revoca del finanziamento regionale».
Prima parlava di un problema di approccio. C’è un modo per modificarlo?
«Bisognerebbe anzitutto mettere in condizione la classe imprenditoriale di conoscere bene a quali rischi va incontro eludendo certe norme. La Regione, poi, dovrebbe promuovere campagne di sensibilizzazione a vasto raggio, arrivando persino nelle scuole, affinché i lavoratori di domani crescano con un atteggiamento responsabile. Inoltre il controllo è la prima prevenzione.

È necessario quindi un immediato potenziamento del personale dei servizi ispettivi».

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