da Crema
È morto ieri alle 17 Omar Kawasha, il bambino ricoverato in coma dal 15 febbraio a Brescia per i maltrattamenti che avrebbe subito dal padre, un egiziano di 27 anni che nella sua abitazione di Crema lo avrebbe scosso violentemente perchè disturbato dal suo pianto. L'uomo è tuttora in carcere. A dare la notizia della morte del bimbo è stato in una nota l'ospedale di Brescia dove era ricoverato: «Nonostante le assidue cure dei sanitari della rianimazione pediatrica che, pur consapevoli della gravità della situazione, non hanno mai cessato di sperare e di prodigarsi per garantire al piccolo l'assistenza più qualificata - si legge nel comunicato -, il decorso naturale delle condizioni cliniche ha condotto all'esito infausto».
«Una tragica notizia su cui preferisco non aggiungere alcun commento»: questa l'unica dichiarazione dell'avvocato Franco Tagliaferri di Crema, legale del padre del piccolo Omar. Nelle scorse settimane si è tenuta l'udienza davanti al Tribunale del Riesame di Brescia, chiamato a pronunciarsi sulla richiesta di scarcerazione avanzata dal legale. I magistrati bresciani hanno respinto la richiesta per il pericolo di fuga e di reiterazione del reato. Nell'udienza l'immigrato era stato considerato responsabile non di tentato omicidio e maltrattamenti, ma di lesioni gravissime. Il legale non vedrà il proprio assistito fino a lunedì ed è quindi verosimile che l'immigrato quel giorno conoscerà il tragico epilogo della vicenda. L'ultimo incontro tra l'avvocato e il padre di Omar è avvenuto in carcere mercoledì scorso e anche in quella occasione l'immigrato aveva chiesto notizie del figlio: «Era la sua prima preoccupazione».
La tragedia un mese fa: quando l'uomo si è accorto delle condizioni gravissime del bambino, ha chiamato la madre, 20enne, sua convivente che era fuori casa, e il pronto soccorso dellospedale maggiore di Crema. Da lì il bimbo è stato subito portato all'Ospedale dei Bambini di Brescia, dove però non si è più ripreso. La mamma, una ragazza italiana, è accusata di concorso omissivo in maltrattamenti: non era la prima volta infatti che il padre scuoteva il piccolo, ma mai con l'estrema violenza con cui l'ha fatto in quelloccasione.
Quando il bimbo è giunto in ospedale aveva il rigurgito ed era cianotico. L'uomo aveva detto che il bimbo dieci giorni prima si era ferito cadendo dal letto, versione accreditata dalla stessa madre e risultata subito inattendibilie.
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