Giornata di lutto per il mondo del motociclismo e per quello della vela. Si è spento alletà di 94 anni Giulio Cesare Carcano, personaggio cardine della Moto Guzzi dei tempi doro, il «papà» della mitica 8 cilindri.
Nato a Milano nel 1910 e laureatosi al Politecnico, Carcano trovò il suo primo impiego a Mandello del Lario, proprio alla Guzzi. Qui lavorò fianco a fianco con il fondatore Carlo ed entrò a far parte di una squadra di progettisti, di cui diventò presto il fiore allocchiello. A lui infatti si deve quella che viene tuttoggi considerata la più straordinaria macchina a due ruote di sempre: la 500 8 cilindri. Un capolavoro della meccanica, che presenta il frazionamento della cilindrata più spinto mai realizzato, con il celebre motore a «V» a 90 gradi capace di raggiungere i 275 chilometri allora. Un primato negli anni Cinquanta, quando la moto fu messa in pista ufficialmente per le prove del Gran Premio del Belgio. Subito cominciò a collezionare i primi successi. E anche dopo il suo ritiro continuò a far parlare di sé.
Il nome di Carcano è però famoso anche tra gli appassionati di vela. Un altro mondo dove il geniale ingegnere ebbe modo di sfidare le leggi dellaerodinamica al servizio della velocità. I concetti che usava, avveniristici per i tempi, sono poi diventati comuni. Disegnò scafi innovativi, invenzioni in grado di trasformare ogni colpo di brezza in movimento.
Una vita la sua spesa tra i calcoli matematici e le piste di motociclismo, tra le onde del mare e i disegni da progettista. Sempre a cercare la formula giusta.
I funerali si celebrano oggi alle 10 nella chiesa di San Lorenzo a Mandello. La città dove Carcano trovò il suo primo lavoro, e dove decise di rimanere. Per sempre.