Morto un gemello, in campo l’altro

«Quel che conta è portare avanti la missione comune per il bene della patria». Con queste parole Jaroslaw Kaczynski ha annunciato ieri che si candiderà alle elezioni presidenziali anticipate del 20 giugno.
Sono passate poco più di due settimane dalla morte del fratello gemello nell’incidente aereo del 10 aprile scorso, e Jaroslaw, il fratello più tenace e combattivo, si è già autoproclamato erede unico del lascito morale del gemello Lech, il presidente morto mentre si stava recando assieme ad altre 95 persone, compresa la moglie Maria, alla commemorazione dell’eccidio nel 1940 di oltre 22.000 ufficiali polacchi a Katyn su ordine di Stalin. Sul Tupolev schiantatosi viaggiava gran parte dell’elite politico e militare polacca.
Kaczynski ha aspettato solo la fine del lutto nazionale: «Se ne sono andati il mio amato fratello e sua moglie, se ne sono andati i miei cari amici di lunga data e collaboratori del nostro partito che non scorderò mai». Il Paese chiede che «noi superiamo il nostro dolore personale e agiamo a dispetto della tragedia personale».
Dopo la morte di Lech, Jaroslaw, ripreso col volto impietrito dalle telecamere nei giorni dopo la tragedia e ai funerali, non si era fatto quasi mai vedere in pubblico e non aveva mai anticipato le sue intenzioni. Al dolore per la morte del gemello, cui era legatissimo, per lui si aggiunge quello per la madre gravemente malata, Jadwiga (84), cui con il fratello si dava il cambio tutte le sere per farle la veglia in ospedale.
Rispetto al fratello, più mite e più popolare, Jaroslaw è sempre stato considerato lo stratega. Si ricorda ad esempio uno storico vertice Ue dove il presidente Lech stava sempre al telefono, costringendo i partner a lunghe attese, a prendere istruzioni da Jaroslaw, che all’epoca era premier. Alla fine la Polonia strappò concessioni notevoli al Trattato di Lisbona.
Il termine regolare per le presidenziali sarebbe stato ad ottobre: anche se non era ancora ufficiale, Lech si sarebbe ricandidato per un secondo mandato.

I sondaggi lo davano però perdente sullo sfidante del partito di governo del premier Donald Tusk, Piattaforma Civica (Po), Bronislaw Komorowski, presidente del Sejm e facente funzioni di capo dello Stato dopo la morte di Lech. I sondaggi danno ora Komorowski al 49% (Jaroslaw al 26%).

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