Fra il 1969 e il 1975 uscirono film ambiziosi, interpretati da attori non divi, che fecero grande la «new Hollywood». In uno di essi, Il braccio violento della legge di William Friedkin (1971), vincitore di cinque Oscar, era comprimario Roy Scheider, promosso a protagonista ne Lo squalo di Steven Spielberg (1975), vincitore di tre Oscar. Nato nel 1935, Scheider è morto ieri nellArkansas: come capita agli attori non divi, era noto per i film - dal Segno degli Hannan di Jonathan Demme a Tuono blu di John Badham, da Texas '46 di Giorgio Serafini a The Punisher di Jonathan Hensleigh -, non per mogli e amanti.
Il soggetto de Lo squalo veniva dal romanzo omonimo di Peter Benchley. Ma lui e Spielberg sapevano bene che lidea aveva quasi un secolo ed era di Henryk Ibsen ne Il nemico del popolo: una località di vacanza allapertura della stagione, che sarebbe compromessa se si sapesse della minaccia che vi incombe; politici locali che esigono omertà dai loro dipendenti... Lattualità del tema per gli americani era conseguenza dei comportamenti dei politici federali: dopo la sconfitta nel Vietnam, il caso Watergate (water è acqua, lelemento dello squalo) era recente e bruciante. Lo squalo diede al cittadino americano la buona coscienza; in cambio il film ne ebbe il grande successo. Benchley materializzò langoscia che il «sistema» non fosse perfetto nellenorme squalo bianco; per verosimiglianza, Spielberg rifiutò di girare il suo film in una grande vasca e pretese loceano. Già considerato un genio, lo ebbe. Si sentì un po meno genio lui stesso quando, per le intemperie, le riprese durarono il triplo del previsto, con relativo aumento delle spese. A evitare a Spielberg, nemmeno trentenne e già alla disperazione, di dover passare ad altra attività, ci fu il successo planetario.
Fra le intuizioni di Spielberg cera stata quella di rifiutare i divi proposti dalla produzione. Aveva insistito perché Scheider - poliziotto antidroga con Gene Hackman nel Braccio violento - fosse anche il suo poliziotto antisqualo. E Scheider ne fece non un eroe, ma un uomo medio, che allamericano altrettanto medio risultò simpatico nel confronto con l'ittiologo progressista (Richard Dreyfuss) e il pescatore conservatore (Robert Shaw).
Unaltra raffica di Oscar e la Palma d'oro a Cannes andarono a un terzo film con Scheider, All That Jazz, di Bob Fosse, il regista di Cabaret: il suo personaggio era lalter ego del regista-coreografo, gravemente malato... Al Festival di Berlino è annunciata domani la proiezione al mercato del film dellultimo lavoro di Scheider: Blue Blood dei fratelli Cummings. Pazienza se non è un omaggio, ma un caso.
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