Mosca cercherà le prove sulle armi russe a Hezbollah

Beirut. Mosca vuole partecipare alle indagini su eventuali forniture di armi al movimento sciita filoiraniano Hezbollah da parte di altri Paesi. Lo ha reso noto ieri a Beirut il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, dopo un colloquio con il presidente libanese, Emile Lahoud. La dichiarazione di Lavrov arriva a 24 ore dall’accusa di Shimon Peres, che in un’intervista a un’emittente russa ha detto che, durante il recente conflitto fra Libano e Israele, i miliziani del «Partito di Dio» avevano utilizzato missili di fabbricazione russa. Per tutta risposta, ieri Lavrov ha dichiarato ai giornalisti: «Le accuse sulle forniture di armi a Hezbollah da parte di altri Paesi circolano da molto tempo. Se la Russia può aiutare ad accertarli, lo faremo». Dopo l’incontro con Lahoud, il ministro russo ha confermato l’intenzione del suo Paese di partecipare alla ricostruzione postbellica del Libano e soprattutto «alla ricerca di strade che portino a una soluzione della situazione politica regionale che assicuri tranquillità, stabilità e prosperità al Paese». A proposito del ruolo della Siria nel processo di pace mediorientale, Lavrov ha affermato che «non ci sono dubbi che senza tenere in considerazione il fattore siriano sarebbe impossibile contare su progressi in quel processo». «Se non si valutano tutti gli aspetti della crisi, quello libanese, palestinese e siriano - ha aggiunto - è molto difficile che si sviluppi una strategia realistica e percorribile per giungere a una soluzione».

Riferendosi all’iniziativa del segretario generale della Lega Araba, Amr Moussa, per una conferenza internazionale su una soluzione globale per il Medio Oriente, Lavrov ha detto che la Lega «mira a preparare una conferenza su tutti gli aspetti della crisi», aggiungendo che il presidente russo Putin aveva proposto un’iniziativa analoga più di un anno fa.

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