(...) momento, resta solo come «strillo». Non ci sono atti che definiscano unoperazione nata giusto, giusto un anno fa. Una candelina che si spegnerà il 16 luglio ma soffiandoci sopra per spegnerla e festeggiare ricordando quel giorno di un anno fa, Marta Vincenzi dovrà pensare, se davvero ha intenzione di realizzarla, a come velocizzare la pratica. Fu proprio nellestate del 2008 che il sindaco firmò un protocollo di intesa con limam genovese Salah Husein nel quale si stabiliva la presenza nel territorio comunale di un luogo di culto per gli islamici che chiesero non un posto qualsiasi ma una vera e propria moschea, «magari nella zona della Darsena, lì cera già nel 1500 e sarebbe molto bello potercene realizzare una nuova». Fu da quel momento che scattarono le contestazioni, le raccolte di firme, le richieste di referendum che ebbero migliaia di adesioni di persone spaventate anche dal fatto che i musulmani che avrebbero realizzato la struttura sarebbero stati quelli dellUcoii lunione di musulmani che in passato era finita sotto inchiesta per atti di terrorismo. Non si fermò Vincenzi che allepoca promise anche che la scelta sarebbe stata condivisa: «Il consiglio comunale e i municipi saranno debitamente coinvolti - dichiarò il 16 luglio 2008 -. Non cercheremo scorciatoie sarà una decisione congiunta». Ma lopzione Lagaccio su cui si chiacchiera da mesi in realtà è una soluzione studiata dal sindaco che non ha ancora portato leventuale progetto né nelle commissioni, né in consiglio comunale e tantomeno nei municipi. Questo nonostante sia stata Vincenzi a dire che la questione moschea era un problema di carattere politico salvo poi ritenere, come fece il suo predecessore per la zona di Coronata, che fosse meglio trattarla come una semplice pratica urbanistica.
Cè solo quel protocollo dintesa e unarea contestatissima da chi vive nei quartieri interessati al progetto. Tanto che i malpensanti si chiedono se il sindaco questa grande moschea che radunerebbe gli islamici di tutto il nord Italia la voglia fare veramente.
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