Il «pellegrinaggio» dei musulmani di viale Jenner non ha fine. La ricerca di un luogo di preghiera in cui spostare la comunità islamica più discussa di Milano va avanti fra continui scatti e frenate. Ieri il nuovo stop: il rinvio dell’incontro programmato fra l’assessore comunale Carlo Masseroli e il prefetto Gian Valerio Lombardi. Entrambi smentiscono problemi: «Impegni sopraggiunti e inderogabili» è la formula a cui fanno ricorso Palazzo Diotti e assessorato.
Ma il nuovo rallentamento ha messo in allarme il presidente del centro islamico, Abdel Hamid Shaari, che peraltro non era al corrente delle soluzioni al vaglio di prefetto e assessore, ancora riservate: «La pazienza orientale è molto lunga - avverte Shaari -, ma qualche volta anche la nostra pazienza si arrabbia». A gennaio scadrà anche l’ultimo accordo con il Palasharp, che dal 25 luglio ospita centinaia (l’altro giorno migliaia) di persone. Poi le scelte - fatte a settembre e poi scartate - di via Salerio e via Natta.
Con l’annuncio di tre giorni fa («Abbiamo trovato il posto») il prefetto aveva fatto pensare a un’accelerazione decisiva. Ma l’ipotesi di via Novara - circolata e ancora accreditata come una probabile sistemazione definitiva - ha fatto infuriare gli amministratori di zona, ed è stata subito bocciata anche dal vicesindaco, Riccardo De Corato, che ha proposto un referendum fra i residenti del quartiere prescelto.
«Valutiamo attentamente proprio perché non vogliamo replicare viale Jenner - ha detto Masseroli -, comprendo i timori della gente ma nessuna soluzione è l’ideale. Dovremo condividere scelte e difficoltà. Il prefetto ha avuto fretta, ma chi parla delle vie genera situazioni fuori controllo che depreco». Ieri la Lega è tornata a tuonare contro il Comune (e contro An): «Il centro islamico di viale Jenner deve chiudere - ha detto il numero uno in Regione, Davide Boni -. Ogni istituzione deve assumersi la responsabilità delle proprie azioni. Il Comune deve dirci una volta per tutte cosa intende fare». Un ultimatum chiarissimo ad An: «Se è un gioco al ribasso noi non ci stiamo». Anche il comitato di viale Jenner critica De Corato: «Dopo anni di nostre proteste e richieste mai esaudite propone il referendum, ma porterebbe solo a un rimpallo del problema fra un quartiere e l’altro».
«La Lega vuole chiudere - commenta Shaari -, ma l’altra parte della maggioranza non vuol star fuori dalla “liberazione” di viale Jenner, e sedere al banchetto del consenso facendosi sentire». «Questa vicenda è uno spartiacque fra una città civile o non», il giudizio del verde Enrico Fedrighini.
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