Moschee, gli islamici le vogliono nei quartieri

Il centro sinistra in campagna elettorale ha promesso la moschea agli islamici. Una però, non di più. Ora invece le comunità islamiche alzano il tiro e chiedono un luogo di culto per ogni quartiere. E poi, entro Expo, una moschea vera e propria. «Molto meglio avere più moschee piccole che non una grande» sostengono i membri della Coreis, della Casa della Cultura islamica di via Padova e del centro islamico guidato da Abdel Hamid Shaari. Tutte alla luce del sole, al riparo da strumentalizzazioni da parte degli integralisti islamici.
Shaari tuttavia non abbandona nemmeno il progetto del Palasharp o di uno spazio equivalente in un’altra zona della città che contenga 2.500 persone. «L’unica condizione che poniamo - precisa - è che l’area sia vicino a una fermata del metrò.
Da parte del Comune sono arrivate già le prime rassicurazione alle comunità islamiche. A darle è stato il consigliere Andrea Fanzago: «Formuleremo una proposta entro il primo anno di governo» ha promesso. Ma la Lega frena.

«Shaari - spiega Orsatti - prima di cercare il dialogo con l’amministrazione comunale si impegni a chiudere la moschea travestita da centro culturale di viale Jenner, ricettacolo di pericolosi integralisti, come provato da numerose indagini giudiziarie». La scuola superiore università Iuss di Pavia suggerisce un tavolo di confronto sull’argomento.

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