Le mosse nel centrodestra

Si surriscalda il clima tra Pdl e finiani. In Lombardia in generale, a Palazzo Marino in particolare. Il presidente della Camera Gianfranco Fini sarà il 25 ottobre al teatro Derby nelle nuove vesti di leader di Futuro e Libertà, «per un incontro pubblico con simpatizzanti, militanti dei circoli di Generazione Italia e amministratori locali fuoriusciti dal Pdl». Lo hanno anticipato ieri l’europarlamentare Cristiana Muscardini, da sempre fedelissima di Fini, e il viceministro e coordinatore nazionale del comitato promotore di Fli Adolfo Urso. Che si è lamentato e «stupito che proprio in Lombardia non sia ancora arrivato il contrordine compagni, e si continui a praticare una politica di ostracismo nei confronti di Fli». Apriti cielo. Non si fa attendere la replica accesa del coordinatore provinciale del Pdl Romano La Russa: «Da quando Urso si interessa di Lombardia? Per la serie: anche le pulci hanno la tosse. Vorrei ricordare a tutti che nella nostra regione del partito Fli ad oggi non esiste traccia visibile, quindi non ci sono motivi per dare contrordini tanto plateali quanto inutili. Si possono fomentare polemiche sull’argomento ma la verità è una: il movimento attualmente è solo nella testa di alcuni esponenti come Giampaolo Landi di Chiavenna e la Muscardini che evidentemente, stanno vivendo un’isterica crisi di identità visto che non hanno più una casa sicura nella quale ripararsi e alla quale riferirsi».
E l’assessore Landi ieri è tornato alla carica. Dopo aver posto la questione in giunta venerdì scorso, ieri ha invitato il sindaco Letizia Moratti ad «assumersi la responsabilità di aprire un tavolo con Pdl e Lega per riconoscere il ruolo di Fli. Non voglio assolutamente spingere il sindaco ad una scelta affrettata - precisa l’assessore alla Salute - visto che non è una questione personale tra me e lei, ma credo che abbia tutto l’interesse a valorizzare tutte le componenti del centrodestra». Landi pretende di partecipare alle riunioni preparative della giunta come capodelegazione di Fli. E spiega, «con me come assessore e Barbara Ciabò in consiglio comunale, Fli è nelle stesse condizioni dell’Udc e della Lega, che hanno un assessore e un consigliere». Pdl e Lega avevano rispedito al mittente la richiesta di Landi ricordando che per avere un gruppo da regolamento servono tre consiglieri. E il caso Landi-Ciabò ieri pomeriggio è stato sollevato a Palazzo Marino alla riunione di gruppo del Pdl con il coordinatore regionale Guido Podestà e cittadino Luigi Casero. «Se continua a dichiararsi rappresentante di Fli, Landi deve uscire dal partito, fa ancora parte del direttivo cittadino - ha fatto presente il consigliere Marco Osnato -. E poichè non abbiamo ricevuto comunicazioni ufficiali, o la Ciabò lo smentisce Landi o si tira fuori dal Pdl. Altrimenti lo dovremo fare noi». Altri consiglieri chiederebbero un passo indietro di Landi anche dalla giunta, ma a pochi mesi dalle elezioni sembra esclusa una presa di posizione così drastica. Podestà ha rinviato ogni scelta a una riflessione allargata con gli altri coordinatori. La riunione del Pdl serviva a fare il punto anche sulla questione della Fondazione Arcimboldi, dopo che il Pd ha presentato circa 150 emendamenti alla delibera che dovrebbe portare alla guida dell’ente all’ex assessore Ombretta Colli. Ma il braccio di ferro e la difficoltà del Pdl a garantire la presenza in aula rischia di bloccare i lavori per mesi, per questo nei giorni scorsi anche la maggioranza ha iniziato a propendere per un rinvio alla prossimo mandato. Ma Podestà è stato categorico: «I patti vanno rispettati, la delibera è una priorità». Ma i mal di pancia serpeggiano, e per garantire la presenza i consiglieri pretendono che alle sedute partecipino anche gli assessori: «Troppo comodo se loro stanno in giro a fare campagna elettorale e noi siamo bloccati in consiglio dall’ostruzionismo del centrosinistra», la sintesi.
Terzo capitolo, la costituzione in parte civile del Comune votata dalla giunta Moratti venerdì scorsi contro l’ex assessore alla Sicurezza Guido Manca e il consigliere Pdl Stefano Di Martino nell’inchiesta che risale al 2005 e li vede indagati per il reato di abuso d’ufficio per un finanziamento di 580mila euro all’associazione italo-cinese Alkeos. «Un atto improvvido» è stata la critica di Podestà e Casero nei confronti del sindaco, a cui chiederanno di rivedere il documento.

«Non si è mai visto un atto del genere prima del rinvio a giudizio (l’udienza è fissata il 25), un atto assurdo da parte della giunta - commenta Di Martino -. Non ci risulta peraltro che il Comune si sia costituito quando la Moratti è stata indagata».
ChiCa

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