Francesca Di Biagio
Oggi è il migliore amico delluomo, un tempo lo fu anche di dei ed eroi. Fu lispiratore di poeti e scrittori che riconobbero in lui doti magiche, propiziatorie e terapeutiche. Fu addirittura il simbolo di combattimento di una stirpe di guerrieri chiamati «cinocefali», di cui parla Paolo Diacono (720-799 d.C.) nella sua Storia dei Longobardi. Ed è a lui, al primo animale addomesticato, circa 150mila anni fa, che il Museo Archeologico di Milano dedica una mostra, che illustra attraverso oggetti, immagini e testi la storia del legame millenario tra cane e uomini.
In pochi metri quadrati delineati da un ottagono di pannelli di cartone, si snoda un percorso didattico che parte dallantichità egizia, con il Dio Anubi, dalla testa canina, che accompagna il defunto nelloltretomba e custodisce la necropoli, per arrivare a quella etrusca e romana, con Cerbero, fedele compagno del dio degli Inferi Ades, posto a guardia delle rive infernali.
E ancora con Artemide, sempre seguita dai suoi cani da caccia, ed Egeste, fondatore della città di Segesta in Sicilia, nato dallunione tra la nobile troiana Egesta e il dio fluviale Cremiso, dalle sembianze canine. Tra i reperti in esposizione, tutti provenienti dalle raccolte del museo, unolla del 500 a.C. della Puglia con scene di pastorizia, statue e recipienti di bronzo, lucerne romane e africane, monete con effigi di cane, crateri greci. E anche uno scheletro di animale sacrificato, della fine del I secolo a.C., trovato sotto le fondamenta di un edificio romano a Cremona. Sembra infatti che gli antichi ritenessero il cane portatore di fortuna, prosperità e sicurezza, sia nella vita che nellaldilà, e per questo usassero porre le sue ossa e le sue ceneri sotto la casa, o in prossimità delle tombe, come testimonia unurna cineraria canina, trovata nella necropoli di Porta Romana. Altra consuetudine piuttosto diffusa tra i Romani: la fabbricazione di grondaie con il capo canino per proteggere labitazione da intemperie e disgrazie. Nel mondo greco e romano il cane era considerato anche un guaritore e spesso figurava accanto al dio della medicina Asclepio. Ippocrate nel V-IV secolo a.C. consigliava per certe malattie di mangiare carne di cucciolo. Plinio il Vecchio, nella sua Storia Naturale, suggeriva per il mal di denti «la cenere delle teste di cani morti di rabbia, bruciate senza le carni, e il dente sinistro più grande per incidere attorno al dente che duole».
Cera anche però chi lo reputava «la bestia del malaugurio», soprattutto se di colore nero, come narra Terenzio. Oppure «lincarnazione dellimmoralità» come sosteneva SantAgostino che, ne La Città di Dio, parlava dei Cinici come «filosofi denominati dai cani che proferirono contro lumano pudore non altro che un parere da cani, cioè sudicio e sfacciato». La mostra documenta questi fatti attraverso testi storici, brani di poeti, studi sulla nascita delle razze canine, per i quali il levriero afghano, che secondo la leggenda fu salvato da Noè sullarca, è il più antico cane da caccia, comparso nel 4000-3000 a.C., qualche migliaio di anni prima del Mastiff (2300 a.C.
In una mostra la lunga storia di Fido
Fra i reperti anche monete, lucerne romane e uno scheletro del I secolo a.C.
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