Marta Bravi
Arriva sornione con un enorme fascicolo di carte sottobraccio. Laria di chi torna dalla battaglia. Vincitore. Orgoglio e soddisfazione che difficilmente il suo sorriso riesce a nascondere. Vittorio Sgarbi parte allattacco. «Sarei quasi tentato di lasciare a Milano il Cristo Morto del Mantegna», provoca. «No scherzo, adesso che lho ottenuto lo porto a Mantova, però celebrerò il maestro padovano anche a Milano, con una doppia mostra, tra Brera e il Castello. Sarebbe stato meglio - continua - inserire anche Milano, che possiede molte opere dellartista, nella triplice mostra che inaugurerà il 16 settembre tra Mantova, Padova e Verona, ma nessuno lo ha chiesto a suo tempo».
Adesso che cè Sgarbi però le cose cambiano. «Il sindaco ha già dato il suo assenso - annuncia - e così anche Milano in primavera celebrerà lartista morto 500 anni fa». A Brera la mostra «la pittura dal Bramante al Bramantino», che era già in programma per il febbraio 2009 e che vedrà opere del Mantegna proprietà della Pinacoteca, tra cui il Cristo Morto, mentre al Castello Sforzesco saranno esposte le opere del «Mantegna della scultura», Antonio Piatti, e di Giovanni Amedeo, oltre agli arazzi del Bramantino, già al Castello.
Ma la battaglia sgarbiana non è finita: «Voglio anche il San Sebastiano della Cà DOro. Adesso è in restauro, ma il 15 ottobre lo voglio a Padova. Sono pazzi a restaurare unopera, che tra laltro non ne aveva bisogno, sapendo che è il periodo delle celebrazioni del Mantegna?» si chiede il critico. Stessa sorte toccherà al San Giorgio custodito a Venezia e alla Madonna con bambino dellAccademia Carrara di Bergamo: «Il direttore del museo ha accordato il prestito, come il sindaco, contrariamente a quanto detto».
Lassessore non manca di tirare una frecciata avvelenata a Stefano Zecchi, che ha definito la mostra del Mantegna «Roba da turisti». «Così come io non entro nel merito del suo insegnamento universitario, lui non deve giudicare le decisoni del comitato scientifico della mostra, che ha organizzato un evento dallinappuntabile rigore filologico. Zecchi ha detto cose di una gravità assoluta» conclude Sgarbi il quale, non soddisfatto, snocciola i nomi dei mebri del comitato, che vanno dal direttore del Louvre a quello del Metropolitan Museum di New York.
La bagarre con Brera, però, continua: «Brera per Milano è unambasciata in un Paese straniero - commenta il critico - per questo ho pensato a un circuito che uniformi istituzioni statali e comunali: Castello e Pinacoteca avranno gli stessi orari e lo stesso biglietto. Così come, dora in avanti, i logo di Comune, Provincia e Regione compariranno sempre insieme: ogni mostra istituzionale avrà il triplo patrocinio».
Le novità non sono finite: il Castello ospiterà il Museo della Moda e del tessuto, al terzo piano del cortile della Rocchetta su una superifice di 2mila metri quadrati. Progetto che raccoglie già i primi consensi. «Condivido totalmente lidea di fare il Museo della moda al Castello - commenta Tiziana Maiolo, assessore alle Attività produttive - ma è anche importante che vengano fatti spazi per la moda anche nellarea Garibaldi-Repubblica come era già stato stabilito».
Lassessore alla Cultura ne approfitta anche per annunciare il nuovo presidente degli Arcimboldi, che ha trasformato in Polo delle arti: «Sarà Francesco Micheli, già presidente del Conservatorio e del nido musicale voluto da Daniel Barenboim. E sarà anche presidente del MiTo: Milano sarà il nuovo polo della Musica e dello spettacolo». E dellarte: «Hanno detto che odio larte contemporanea, non è vero. Intanto porterò il 20 luglio 2007 a Palazzo Reale Fernando Botero, forse il più grande artista contemporaneo vivente. È assurdo che una città come Milano - commenta piccato - che in estate pullula di turisti (in agosto il Castello ha registrato un 30% in più di presenze, ndr), non abbia una grande mostra estiva».
Non solo, il critico sta pensando a moltiplicare le sedi espositive.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.