(...) Dopo il polverone sollevato dalla mostra Vade retro, dedicata alle opere di artisti omosessuali che dopo mille polemiche non ha mai aperto a Milano, la Moratti si è rimessa al parere della giunta sullopportunità o meno di approvare le due mostre fotografiche. E nel caso: se Palazzo Reale fosse proprio la sede più adatta. Alcune immagini hanno girato tra le mani degli assessori, e in qualche minuto la discussione si è allargata alle scelte artistiche complessive di Sgarbi. Da cui, ha detto senza mezzi termini il sindaco, ci si aspettava unofferta culturale più ampia e di livello internazionale per una città come Milano. Critico anche il vicesindaco Riccardo De Corato: «Siamo daccordo sulla quasi totalità delle opere ma il problema è più ampio. Dopo 2 anni va fatto il punto della situazione e capire se le linee guida culturali della politica del Comune siano condivise o no. Non siamo una giunta incolore, ma con partiti e un sindaco che hanno assunto un preciso programma». Da qui il mandato al sindaco «per verificare - spiega lassessore e capodelegazione di Fi, Giovanni Terzi - se il programma delle mostre dia a Milano il posizionamento internazionale che merita. Da Vittorio ci attendiamo un livello molto alto, nella delibera compaiono mostre che si sono già potute vedere a Brescia, a Genova». Al centro della discussione anche il tema di Palazzo Reale, un luogo che il sindaco definisce «per tutti»: già ha digerito a fatica la mostra provocatoria di David La Chapelle, ora tocca agli scatti erotico-macabri di Saudek. Lassessore allArredo urbano Maurizio Cadeo difende Sgarbi: «Quando la Moratti lo ha nominato si presume ne conoscesse già pregi e difetti». «Dovrebbero darmi delle regole spiegandomi che le opere in cui si mostrano profili erotici sono tabù - si difende Sgarbi -. É una polemica bizzarra e inquietante. Non mi sembra che sia stata indicata dal sindaco una politica culturale prevalente». E le opere in mostra «non hanno turbato nè Parigi nè New York».
A dire chiaramente che tira aria di rimpasto è la capogruppo del Pd Marilena Adamo, che si domanda se la «testa» di Sgarbi «non verrà sacrificata per far posto alla Destra». «Bene lesame deciso dalla Moratti - afferma il capogruppo della Lega Matteo Salvini - tante presenze in tv e poche in città, la cultura è una cosa seria». Protestano anche gli organizzatori, col Comune, delle due mostre che rischiano di non aprire (il parere è rinviato alla prossima giunta).
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