I periodi di crisi portano una serie di fenomeni del tutto prevedibili, ai quali se ne affiancano altri che sembrano andare nella direzione opposta a quella suggerita dal particolare momento economico. Accade praticamente in tutti i settori, e quello motociclistico non rappresenta di certo l'eccezione. La notizia scontata si trova nel calo delle vendite, mentre l'apparente contraddizione è rappresentata dal fatto che la contrazione ha interessato i modelli meno costosi. Sono i numeri a parlare. Nel complesso, il mercato delle due ruote a motore ha perso oltre il 20 per cento nei primi tre mesi del 2011, rispetto allo stesso periodo di un anno fa.
La logica suggerirebbe di scommettere su una flessione nelle vendite delle moto più costose, invece l'emorragia più massiccia ha interessato e interessa i veicoli appartenenti alle fasce di prezzo più accessibili. Le classifiche riportano infatti un meno 29 per cento degli scooter, contro una perdita ben più contenuta, inferiore al 7 per cento, delle moto. Dati che contribuiscono a spostare sensibilmente la bilancia nella ripartizione dei segmenti, riportando le quote vicine alla parità, su livelli ormai dimenticati, dopo la lunga egemonia degli scooter. E la parità appare ancora più vicina se si considera che tra quelli solitamente identificati come veicoli a misura di città più venduti c'è sempre il TMax, il bestseller Yamaha. Un modello che in termini di caratteristiche tecniche, di prestazioni e anche di prezzo, può essere considerato a tutti gli effetti più una moto automatica che uno scooter di grossa cilindrata.
Uno tra gli aspetti più sorprendenti di questo terremoto è la quasi totale assenza nella hit parade di prodotti alla categoria low cost. Questa formula, che ha ormai conquistato il mercato dei voli aerei e della grande distribuzione, e sta rapidamente conquistando quote anche in campo automobilistico, non è ancora riuscita a fare breccia tra chi acquista una due ruote a motore. Nella categoria dei motocicli, vale a dire nella grande famiglia che comprende tutti i mezzi con cilindrata superiore ai 50 cc, c'è un solo rappresentante del mondo low cost riuscito a piazzarsi tra i primi 20. È uno scooter indiano, l'Lml 150, che rappresenta una riedizione della classicissima Vespa Px con il cambio sul manubrio, che peraltro è recentemente rientrata a grande richiesta in produzione, dopo qualche stagione di assenza.
Al contrario, sono proprio molti prodotti che non possono certo essere classificati come primo prezzo a inserirsi nelle posizioni che contano della hit parade del trimestre. La conferma arriva, prima tra tutte, dall'enduro Bmw R1200 Gs. La versione base costa 14.550 euro, e nel trimestre si è piazzata settima assoluta e prima tra le moto «vere». Una posizione di assoluto dominio, se si considera che la seconda moto nella Top 20 è un'altra Bmw, un'altra R1200 Gs. È la versione Adventure dello stesso modello, equipaggiata con un serbatoio più capiente e una serie di accessori che la rendono adatta ai viaggi più estremi, facendo lievitare il prezzo fino alla soglia dei 16.000 euro. Se poi si sommano i risultati dei due allestimenti, si scopre che nei primi tre mesi del 2011 è stato il quarto veicolo a due ruote più venduto. Meglio si sono comportati solo gli scooter da anni in testa alle classifiche, e anche in questo caso si tratta nella maggior parte dei casi di veicoli con cilindrate e prezzi medio alti. Con una sola eccezione; tra i vari Honda Sh 300, Piaggio Beverly 300 e Yamaha nelle cilindrate 250 e 500, c'è un solo 125 economico, il Liberty, in listino a poco più di 2.700 euro.
C'è poi un ulteriore dato sorprendente che esce dall'analisi del nostro mercato: gli italiani ora apprezzano di più i prodotti europei e americani, mentre considerano meno le moto orientali. I giapponesi si salvano ancora grazie agli scooter, peraltro in forte contrazione, e perdono vistosamente terreno nel campo delle moto di media e grossa cilindrata. I cali sono sensibili per tutti i quattro marchi, mentre sul fronte opposto Bmw mostra solo una lieve flessione. E mentre tutti perdono, c'è chi, come Harley-Davidson e Ducati, che segnano numeri in nero.
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