Moto in pista alle 23 Più che lampioni servono caloriferi

Il motomondiale rincorre da sempre la F1, decisamente meno spettacolare, ma ben più ricca e seguita delle gare a due ruote. Così, anche l’idea di correre con le luci artificiali sembra una copiatura, ma mentre il massimo campionato automobilistico gareggerà alle 21 a Singapore, le 14 in Europa, il motomondiale ha scelto il Qatar, con una differenza di fuso orario di sole due ore.
«Secondo noi, però - si giustifica Carmelo Ezpeleta, l’equivalente nelle moto di Bernie Ecclestone in F1 -, andare in onda in prima serata la domenica ci garantisce il massimo degli ascolti possibile».
Ma al di là della veridicità di questa affermazione, c’è un altro aspetto che lascia molto perplessi: è vero che in Qatar fa caldo, ma solo di giorno, mentre alle 23, quando partirà la MotoGP, non ci saranno più di 14°, con una umidità pazzesca, deleteria per piloti e gomme. La società americana Musco ha fatto un buon lavoro, perché i 3.600 lampioni con lampade fino a 2000 watt, per un totale di 5,4 milioni di watt di potenza, illuminano a giorno i 5.400 metri del circuito di Losail, ma naturalmente nulla possono contro il freddo e l’umidità.

Se poi per sfortuna dovesse piovere, davvero poco probabile in mezzo al deserto, allora il primo Gp della storia disputato al buio dovrebbe essere rinviato.
Insomma, i dubbi non mancano, ma il motomondiale voleva a tutti i costi battere la F1: e chi se ne frega se i piloti rischiano di cadere per mancanza di grip.

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