Rush finale

Il debutto da record di Max Biaggi: pole e vittoria a Suzuka 1998

Max Biaggi mette in atto una danza irresistibile sul circuito di Suzuka 1998, esordio per lui nella classe regina del Motomondiale, preludio a una stagione che sarebbe stata memorabile quasi fino al termine

Il debutto da record di Max Biaggi: pole e vittoria a Suzuka 1998

Ascolta ora: "Il debutto da record di Max Biaggi: pole e vittoria a Suzuka 1998"

Il debutto da record di Max Biaggi: pole e vittoria a Suzuka 1998

00:00 / 00:00
100 %
Tabella dei contenuti

Massimiliano Biaggi, detto Max, non è un pilota come tutti gli altri. Anzi, a dire il vero neanche doveva diventarlo, perché il romano ha dei piedi fatati e il suo cuore batte principalmente per il pallone. Le moto sono per lui un diversivo, un mondo lontano, almeno fino ai 17 anni, quando gli viene regalata una minimoto. È amore a prima vista, in sella a questa piccola due ruote rivela di possedere delle doti fuori dal comune, tanto che i suoi amici restano di stucco di fronte al suo estro così naturale. Lui fila veloce come il vento, sembra nato per dominare una motocicletta. Spronato a partecipare ad alcune gare professionistiche della categoria 125cc, Max sbaraglia tutti quanti con una facilità disarmante. L'Aprilia lo nota e lo ingaggia senza paura, anche se la sua esperienza è minima. Lo mette alla prova nel campionato europeo, in sella a una 250cc di Noale, e si laurea campione. Era il 1991, sette anni più tardi Max debutta nella classe regina del Motomondiale, la 500cc, sul circuito di Suzuka. Ed è l'inizio di una bella favola.

Un rookie dal percorso anomalo

Biaggi persegue un sentiero diverso da tutti per arrivare alla vetta del motociclismo mondiale. Arriva tardi a misurarsi con le competizioni, ma si rifà con gli interessi. Salta di slancio la 125cc e diventra il re della 250cc, in un'epoca nella quale questa categoria ha una valore speciale. Nella "due e mezzo" vince 4 campionati di fila, tre in sella all'Aprilia e l'ultimo acuto insieme alla Honda, targato 1997. L'anno successivo i giapponesi gli forniscono una 500cc rossa fiammante, una NSR sul cui cupolino poggiare il numero 6. Le aspettative sono di fare insieme un percorso di crescita, prendere le misure con la categoria per andarla successivamente a dominare come nella 250cc. Il Corsaro Nero, così viene chiamato Max, è uno che spesso fa di testa sua e non ascolta troppo le direttive provenienti dall'alto. È un tipo che dà retta al proprio istinto e segue la propria pancia. La nuova stagione 1998 lo vede ai nastri di partenza come rookie, un debuttante di lusso. Nelle gerarchie del colosso nipponico prima di lui viene la NSR ufficiale del team HRC, quella di Mick Doohan, pluridecorato campione australiano. Il suo trono è quasi intoccabile. Il calendario poi, inserisce come circuito inaugurale quello di Suzuka, fortino delle Honda e avamposto dove i tanti piloti giapponesi che imperversano nel paddock vogliono ben figurare.

Max Biaggi
Max Biaggi in lotta con Mick Doohan

Ci sono Abe, Haga e Okada che vorrebbero monopolizzare il podio, seguendo l'esempio di Sakata e Kato, rispettivamente vincitori delle gare della 125 e della 250. Dunque, Max Biaggi ha un filotto di avversari da rispettare e ai quali - forse - è meglio non giocare un tiromancino. Ma si sa, la fame di vittoria viene prima di tutto, è come l'istinto di sopravvivenza, prevale su ogni cosa. Il Corsaro regola tutti al sabato, stampando la pole position con un cronometro superlativo. Per molti è solo un caso fortuito, domani l'italiano si scioglierà come neve al sole. In ogni caso, la domenica è lui a scattare sulla griglia di partenza davanti a tutti, non soltanto ai nipponici, ma anche a Mick Doohan (quarto). Si direbbe un buon inizio.

Biaggi stravince al debutto: è record

In Italia è mattina presto, ma tutti gli appassionati sono incollati davanti al televisore per osservare, con il cuore in gola, il nuovo astro del motociclismo. Al via Max non è brillantissimo, i giapponesi scappano via, ma è solo questione di tempo. Suzuka è un circuito molto tecnico, un dedalo di curve avvincenti, tra salite e discese immerse nel verde. La guida pulita e precisa di Biaggi si sposa perfettamente con questo circuito, così dopo alcuni sorpassi da campione, si riporta in testa. Il Corsaro si scatena, sembra danzare in sella alla sua Honda, e rifila al secondo un distacco di oltre dieci secondi. Alla bandiera a scacchi il romano impenna la sua compagna e si gode la vittoria al debutto nella nuova categoria. Mai nessuno aveva osato tanto: pole position più vittoria alla prima gara. Il primato è tutto suo.

La stagione 1998 di Biaggi sarà una marcia trionfale fino a tre GP dal termine, quando sulla sua strada pende una bandiera nera sventolata in faccia a Barcellona, per aver sorpassato in regime di bandiera gialla. Fino a quel momento era il leader del campionato, ma dopo la squalifica Doohan torna a ruggire, sconfiggendo il romano che si deve accontentare di un secondo posto iridato, masticando molto amaro. Ma riallacciando i fili della storia, la mestizia del finale di stagione non toglierà mai la soddisfazione di vincere in quel modo al debutto nella classe regina.

Contro ogni pronostico, contro tutti, da vero corsaro.

Commenti