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Ferrari, Vasseur al veleno contro Binotto: "SF-23 da rifare per colpa sua"

In un'intervista al Corriere della Sera, il team principal della Ferrari ammette che la nuova monoposto è nata male per colpa delle scelte fatte dal suo predecessore. Una staffilata che arriva alla vigilia del GP d'Austria ad un anno dall'ultima vittoria della Rossa

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Dire che il primo terzo della stagione 2023 della Ferrari è stato deludente rischia di essere l’understatement del secolo. Le prestazioni della nuova monoposto di Maranello sono state talmente disastrose da umiliare il popolo della Rossa, che sognava la riscossa. Alla vigilia della nona prova del mondiale di Formula 1, proprio in casa della Red Bull, la scuderia sembra in continua evoluzione, costretta a rincorrere ancora una volta, nonostante si fosse volontariamente buttata la seconda parte della scorsa stagione per giocarsi il tutto per tutto sulla SF-23. Nonostante i segnali positivi visti a Montreal, la distanza da Verstappen e Perez è ancora abissale ed il nervosismo inizia a farsi sentire. Proprio oggi, infatti, sono state pubblicate le dichiarazioni di Frédéric Vasseur al Corriere della Sera, un’intervista insolitamente franca nella quale il team principal della Rossa sembra puntare il dito contro il suo predecessore Mattia Binotto. Il gap in termini di prestazioni e guidabilità della Ferrari in queste prime gare, a suo dire, sarebbe colpa delle scelte operate in passato. Una sferzata niente male quella del francese, forse diretta più all’interno del team che ai tanti critici.

Ferrari SF23 Fiorano

Rivoluzione permanente

Che la SF-23 non fosse una vettura subito convincente se n’erano accorti subito i piloti appena entrati nell’abitacolo. Certo non si immaginavano di doversi sorbire il pesante lavoro di sviluppo e gli aggiornamenti continui arrivati in queste settimane. Se tutti i ferraristi sperano che le novità in arrivo allo Spielberg siano sufficienti per ridurre il gap tecnico dalla Red Bull e doppiare la vittoria dell’anno scorso, i movimenti più significativi stanno avvenendo dietro le quinte. Vasseur ha infatti compiuto una vera e propria rivoluzione: via Rosato, Giacobazzi e Sanchez, cartellino giallo a Rueda e un ben servito a fine stagione per Mekies, dall’anno prossimo all’AlphaTauri. Sono arrivati parecchi ingegneri da Red Bull e Mercedes mentre altri aspettano solo di terminare il periodo di pausa imposto da certi contratti prima di mettersi al lavoro. Tutte scelte volte a modificare un sistema sclerotizzato, incancrenito da 15 anni di delusioni.

Vasseur Azerbaijan

Forse proprio perché arrivate dopo una delle gare meno deludenti di questa stagione, le dichiarazioni di Vasseur hanno l’effetto di un macigno in un lago. La cosa è alquanto sorprendente ma, forse, non troppo lontana dal sentire del dirigente transalpino, che più volte è sembrato insofferente nei confronti delle tante critiche arrivate dai media e da certi tifosi. Possibile anche che si tratti solo di frustrazione: pochi a Maranello si immaginavano di dover lottare anche con l’Aston Martin. Il risultato non cambia: parecchie polemiche, stilettate incrociate, segno che, forse, la rivoluzione del francese non è ancora del tutto compiuta.

“Partenza storta? Colpa di Binotto”

Le parole del team principal nell’intervista pubblicata dal Corriere della Sera sono inusuali in un mondo molto attento all’immagine come la Formula 1. Vasseur non si nasconde più dietro ad un dito: che la SF-23 era nata male se ne sono accorti appena la monoposto è scesa in pista per la presentazione ufficiale a Fiorano. “Non mi va di dare la colpa a nessuno. Ma l'anno scorso sono stato fatte certe scelte. Dai primi chilometri a Fiorano, e poi nei test in Bahrain, abbiamo capito che non funzionavano. Le simulazioni avevano sottovalutato alcuni effetti negativi sul comportamento della vettura”. Una pessima sorpresa che avrebbe costretto la scuderia a rivoluzionare completamente il programma di sviluppo della monoposto, da modificare pesantemente nel lungo periodo.

Binotto Austin 2022

Questo, ovviamente, ha voluto dire accumulare ancora più ritardo dalle rivali, che non hanno evidentemente bisogno di cambiare così tanto. Il risultato? Un mezzo pastrocchio, quello che Vasseur ha definito “un compromesso fra prestazioni e guidabilità”. Lasciamo volentieri ai retroscenisti il divinare sul perché il cauto francese abbia deciso di lasciare andare questa bordata ad alzo zero. Forse per far venire allo scoperto i fedelissimi di Binotto? Per provare il classico scaricabarile? Chi può dirlo. La cosa, detta tra di noi, non è nemmeno così importante. A tutti, tifosi e media, importa solo una cosa: che la Ferrari torni a vincere.

Del resto, francamente, ne faremmo volentieri a meno.

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