
Hanno sbagliato corsa e anche data. Ormai Ferrari vuol dire sfiducia. In Canada e nel resto degli Stati Uniti il 2 febbraio viene celebrato il Giorno della Marmotta. Signori addobbati a festa, con cilindro in testa e abito da cerimonia, si raccolgono per scrutare il risveglio del roditore, se non si scorgerà la sua ombra, causa giornata di nuvole, significa che l’inverno sarà breve e comparirà presto il sole, se al contrario si vedrà l’ombra, dunque in presenza di sole, allora per altre sei settimana il freddo e il maltempo non molleranno quelle terre. Ma il calendario è stato stravolto in Formula 1, la nuova data diventa il 15 giugno. Lewis Hamilton è vegano, per questo, quando gli è apparsa la marmotta a centro pista, non si è interessato dell’ombra, non ha tolto il pedale dall’acceleratore, ha tirato diritto, travolgendo la bestia della quale sono stati raccolti i resti. Al box devono avere capito marmitta e si sono disposti per il pit stop. Povera marmotta e soprattutto povera Ferrari che, per gli affanni di guida, la velocità modesta e i guai di corsa, dovrebbe cambiare sigla, da SF-25 a Bianchina, la storica vettura del ragionier Ugo Fantozzi.
I risultati sono simili, la fase di letargo anche, le risate pure, nel frattempo i famigliari della marmotta sono stati avvisati. Post scriptum: Frédéric Vasseur ritiene che la morte del roditore sia da addebitare ai giornalisti che non sono sensibili ai problemi del disgraziato mammifero.