I segreti di Maranello sono a rischio?

Mattia Binotto dal 31 dicembre 2022 sarà libero dalla Ferrari. Questo potrebbe suscitare l'interesse di più di un team per accaparrarsi i "segreti" di Maranello

I segreti di Maranello sono a rischio?

Dal 31 dicembre 2022 Mattia Binotto sarà ufficialmente fuori dalla Ferrari, dopo ventotto anni di attività. L’ingegnere nato a Losanna sarà quindi libero di accordarsi con chiunque abbia il desiderio di averlo tra le proprie fila. Non è, dunque, da escludere che ai nastri di partenza della stagione 2024 di Formula 1, su qualche muretto prestigioso possa comparire la sagoma di Binotto. Vederlo con un’altra tuta addosso non rappresenterebbe un grosso problema per la Ferrari, dato che ha scelto volontariamente di metterlo alla porta, a meno che fra il Cavallino e il suo ex ingegnere di pista non esista un patto a tutela dei segreti industriali, e non solo, che riguardano Maranello.

Una montagna di informazioni

Dal 2019 Mattia Binotto si è occupato della Gestione Sportiva del Cavallino e ha guidato la Scuderia Ferrari con il ruolo di team principal. Questo incarico lo ha portato a conoscere tutta una serie di informazioni tecniche, finanziarie, di procedure, di personale umano che sono un’autentica miniera d’oro per il mondo della Formula uno. È già successo in passato con altre figure rilevanti della Ferrari e che hanno dato più di un contributo prezioso a ulteriori squadre. Ne sono un esempio, prima l’ingegnere Aldo Costa, poi il direttore tecnico James Allison, che sono andati a fare – letteralmente - le fortune della Mercedes, contribuendo al periodo d’oro della scuderia anglo-tedesca, vincente dal 2014 al 2021 nella classifica costruttori. Un altro che ha fatto il percorso da Modena a Stoccarda è il motorista Lorenzo Sassi, elemento che fu estromesso proprio da Binotto con troppa superficialità nel 2017. Proprio Binotto si stava occupando del progetto di sviluppo per la Ferrari del 2023.

Binotto tra Mercedes e Alpine?

Sembra “fantamercato” di Formula 1, scenari un po’ fantasiosi, ma non troppo. È noto ai più il grande legame di stima e amicizia che esiste fra Toto Wolff, deus ex machina della Mercedes, e Mattia Binotto. L’attuale team principal della Stella sembra intenzionato a mettersi gradualmente da parte, scendendo dal muretto per indossare i panni esclusivi del businessman, dato che possiede una sostanziosa quantità di azioni della Mercedes-AMG. Qualora l’austriaco decidesse di varcare quella porta, entrerebbe in gioco di prepotenza la figura di Binotto, che non si farebbe troppi problemi a controllare un team con cui ha battagliato per anni con la Ferrari. Questo non può accadere almeno entro i prossimi dodici mesi, che è il periodo minimo che una figura come quella di Binotto deve rispettare per vestire lo stesso incarico per un'azienda concorrente. Vero è, che in questo anno o più, si può lavorare sottotraccia. Un altro team che farebbe carte false per accaparrarsi un soggetto come l’ex ingegnere della Ferrari è l’Alpine, che manca di una guida sicura e con un’esperienza rilevante nel Circus.

Il costruttore francese è ambizioso e ha i mezzi per un futuro da vertice, vedremo se l’amministratore delegato di Renault, Luca De Meo, riuscirà a strappare un accordo con l’ex team principal del Cavallino.

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