I dati di vendita di auto nuove in Europa degli ultimi mesi indicano in maniera chiara una ripresa della crescita. L'Italia, al contrario, è il fanalino di coda, perché non cresce, ma per lo meno, sembra terminata la fase di decrescita. Siamo quindi su nuovi equilibri, su fatturati profondamente diversi da quelli di qualche anno fa, ma siamo soprattutto in presenza di un processo di acquisto, da parte dei consumatori del prodotto automobilistico, che si è profondamente evoluto in questi anni.
Il consumatore si informa sempre di più da Internet e fa le sue comparazioni tra le varie offerte che gli vengono proposte dai costruttori, prima ancora di visitare i saloni delle concessionarie.
La scelta del consumatore non è soltanto su un piano razionale: prezzo, consumi, costo della manutenzione, dell'assicurazione, percentuale di furti del modello, eccetera. Ma l'utente vuole essere gratificato nella sfera emotiva; per cui il punto di incontro tra il consumatore e il brand scelto, è una sintesi composta da elementi razionali ed elementi soft. Nulla di nuovo in questo sistema di scelta, ma un'ulteriore conferma che l'automobile, a differenza di quello che sostiene un certo circuito mediatico, è anche un fatto di cuore, di stile di vita, di incontro tra evoluzione della società civile e prodotto automobilistico. Da recenti ricerche sappiamo che, per esempio, il cliente di autovetture a basse emissioni, ibride ed elettriche, sceglie questi prodotti perché si vuole distinguere nel suo percorso di impegno nella società civile. In sostanza, vuole dare un messaggio di scelta e di tendenza in anticipo dal resto della società che non sembra ancora in grado di riconoscere l'evoluzione dei tempi.
È auspicabile, a questo punto, che tali riflessioni si allarghino a macchia d'olio e divengano poi programmi realizzati dalle case automobilistiche, per adeguare i processi di vendita alle aspettative del new deal individuato, come sempre in anticipo, dal mercato. Su questi temi e anche altri, il 7 aprile prossimo, a Milano, ci sarà un ulteriore incontro tra la task force di Missione Mobilità e il mondo dell'auto.
È arrivato il momento di ribaltare le errate percezioni che in questi ultimi anni alcuni media hanno cercato di dare al settore delle quattro ruote che, invece, rimane un grande centro di sviluppo tecnologico, di ricerca di nuovi materiali, di evoluzione dei processi produttivi, di massiccio contributo al Pil mondiale e un grande centro di competenze e di impiego di personale.
*Presidente di Areté Methodos
Pagina a cura di Pierluigi Bonora \
di Massimo Ghenzer*
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