Dai colpi proibiti, sul campo, ai colpi proibiti, a parole. Dal calcione di Totti alle insinuazioni di Mourinho, l’onda lunga della corrida tra Inter e Roma continua a sopravvivere roboante, corroborata da parole al veleno, insinuazioni e frecciate al veleno.
Mercoledì sera, poche ore dopo la sconfitta, Francesco Totti ha acceso il pc e di suo pugno ha iniziato a vergare il proprio «memoriale»: «In una partita di calcio e soprattutto in momenti così importanti della stagione, credo possa capitare di essere nervosi» l’incipit del capitano giallorosso, tutt’altro che foriero di scuse e ammissioni di colpe. «Va anche detto che sul campo non si riescono sempre a ignorare offese così pesanti, alcune personali ed altre dirette ad infangare una città ed un intero popolo. Soprattutto quando questi continui e costanti insulti provengono sempre dalla stessa persona, che fa della provocazione sistematica il suo biglietto da visita». Passano le ore e in serata, finalmente, ecco il mea culpa del pupone: «È vero, ho sbagliato: ma la cosa brutta è che al gol di Parma tutti ti chiamano, passano tre giorni e ti ritrovi solo con gli amici di sempre». E con una squalifica e un deferimento in vista, verrebbe da aggiungere: lunedì verranno resi noti i provvedimenti del giudice sportivo per il fallaccio sul campo (rischia fino a tre giornate); all’orizzonte, poi, ci sarebbe anche un deferimento per le frasi lanciate dal proprio sito. Come previsto, sono caduti commenti come se piovesse: «Non sono cose da Roma» ha spiegato Giampaolo Montali, mentre il quotidiano spagnolo Marca ha bollato tutto come un «comportamento scandaloso». Non tutti contro Totti, però. «Al di là del gesto resta una persona meravigliosa e generosa e va detto che Balotelli è un provocatore» la difesa di Mazzone, «la conseguenza di un nervosismo eccessivo: non scarichiamo tutto sul giallorosso, siamo tutti colpevoli» il pensiero allarmistico di Sacchi. E se per Totti è un continuo bla bla, anche per Mourinho il copione non cambia.
Mercoledì sera, poche ore dopo la vittoria, il tecnico portoghese davanti ai microfoni di diverse televisioni (ma il video è stato rilanciato ieri dal sito del Corriere dello Sport) inizia a minare il terreno in vista della volata scudetto: «Abbiamo due partite difficili: il Chievo, e il Siena che non merita la classifica che ha. Se è vero che il presidente del Siena è felice se ci battono e ha promesso lo stesso premio che avrebbe dato se si fossero salvati, avranno motivazioni in più. E chissà, visto che la Roma non ha pagato il premio per la Coppa Italia, sta disponibile a dare qualche soldo in più...».
Che vinca o che perda, Mourinho è sempre il solito Special One. Lancia il sasso e guarda compiaciuto il maremoto che ne consegue. Mentre attorno alla sua Inter si sprecano parole, la squadra fa quadrato attorno al suo mister e ne esce ogni volta più forte e combattiva. Che poi anche il portoghese verrà molto probabilmente deferito, poco importa. Basta che la corrida continui. Eccome. «Apprezzo la battuta di spirito perché, considerata la furbizia di chi l’ha pronunciata, non può essere interpretata altrimenti», ha attaccato il presidente del Siena Massimo Mezzaroma. «Evidentemente Mourinho per i troppi successi si è ubriacato», ha rincarato il capogruppo del Pdl al Senato e gran tifoso romanista, Maurizio Gasparri.
La corrida continua, ancora quindici giorni e conosceremo chi ne uscirà scornato. Di certo non Mourinho. «Il Real Madrid guarda solo ai numeri uno e lui lo è». L’ha detto ieri Ernesto Bronzetti.