Mourinho: «Così andremo lontano» La Premier però resta un’altra cosa

MilanoLa seconda espulsione italiana di Mourinho porta in dote altre polemiche, in aggiunta a quelle prevedibili sull'andamento della partita. Inizialmente si presenta Giuseppe Baresi a commentare il risultato, gettando nello scompiglio buona parte dei media. Poi, pur rimanendo all'interno del recinto nerazzurro di Inter Channel, anche Mourinho si confida. Nessun commento sulla decisione di Orsato, tanta gioia e la solita punta d'orgoglio finale: «Questi tre punti sono importanti soprattutto psicologicamente, d'altronde con una squadra così, con questa organizzazione andremo lontano. Ora pensiamo alla Reggina e finalmente arriverà la sosta: momento più propizio non poteva esserci». E qui subentra il discorso legato ai soliti infortuni: «Anche oggi un difensore si è fatto male, dovremo sfruttare quei giorni di riposo per recuperare qualche uomo». E, infine, ecco il petto in fuori in chiusura: «Dobbiamo riconfermare l'Inter campione d'Italia e grazie a partite del genere l'obiettivo non ci sfuggirà».
Lo «special two» tenta di giustificare il suo superiore, ma a fatica. «Non ha fatto niente di particolare, è saltato su dalla panchina dopo un brutto fallo su Santon. Voleva difendere un ragazzo di 18 anni» così Baresi sull'espulsione. Mentre, più in generale sull'arbitraggio, dura l'analisi: «È stato a senso unico, soprattutto nelle ammonizioni. Noi ci siamo arrabbiati un po' troppo ma dopo aver visto queste cose, è anche normale». Esteban Cambiasso preferisce tenere il low profile invece: «Non commento l'arbitro ed ero lontano quando Mourinho è stato espulso. E poi stiamo parlando dell'arbitro dopo una vittoria per due a zero, basta: meglio concentrarci sulla prestazione che è stata buona».
Ma se Prandelli prova a mediare («Non pensiamo all'arbitro, abbiamo sbagliato troppi gol»), ci pensano i giocatori viola a pigiare sull'acceleratore. Comincia Gianluca Comotto: «Loro hanno segnato su palle inattive, abbiamo giocato solo noi. Il fallo su di me di Santon? Era da rosso, assolutamente. Una giocata molto pericolosa». Sebastien Frey (che la butta sul ridere sul 2-0: «I palloni erano un po' sgonfi, così è più facile fare prodezze del genere») invece si concentra sul primo gol: «La gamba di Ibrahimovic era molto alta, ho avuto paura ad uscire su di lui per il timore di farmi male. Era sicuramente da annullare. La cosa curiosa è che l'azione dopo proprio lo svedese mi ha chiesto scusa...».
E le scuse dovrebbero arrivare anche a Maro Balotelli, da parte della curva viola. L'attaccante dell'Under21 non giocherà con l'umiltà di un gregario (quale non è, tra l'altro) ma non si merita insulti gratuiti. E invece a partire dai primi minuti, a ogni tocco di palla, è stato beccato dai tifosi della Fiorentina. Il coro più gettonato? «Balotelli figlio di...» condito da una minoranza (purtroppo rumorosa) di «buuu» razzisti. E proprio in quel momento la contesa dal campo è passata allo stadio: accolto il vantaggio di Ibra, anche la curva nord si è svegliata per rispondere colpo su colpo alle provocazioni toscane.

A parte queste schermaglie tra tifosi, da segnalare la coesione dei supporter nerazzurri con squadra e società: nel primo tempo è stato esposto lo striscione «Chapeau Manchester. Ma noi siamo una grande squadra: Moratti e Mourinho avanti tutta». La Champions, per questa annata, è già stata dimenticata: coi gol di Ibra tutto si digerisce più facilmente.

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