Mourinho gela l'Inter: "Resto al Real Madrid"

Leonardo liquida in fretta il ritorno del portoghese: "È normale che si continui a parlare di lui, come è giusto sognare". Ma lo Special One spegne ogni entusiasmo: "Resto al Real"

Mourinho gela l'Inter: "Resto al Real Madrid"

Appiano Gentile - Scusi Leo, ma se ritorna Mourinho? Scusi Leo, e se la Lazio viene qui e vi randella? Scusi, ma non è che per caso c’è bisogno di una bella rifondazione? E se avesse avuto ragione Moratti sulla storia dei nazionali in giro a fare flanella? Scusi Leo, ma Ganso mi sa che lo prende il Milan. Insomma lo prendete o no?
Eppure l’ultima è stata una rotonda semifinale portata a casa che apre prospettive interessanti: un ritorno da gestire, una finale da giocare, una Supercoppa italiana all’orizzonte.
A Leo questo calcio un po’ così dà fastidio.

Poi gli fanno sapere che la Lazio è qui per battere l’Inter ferita. Non le basta un punto, Reja vuole il sorpasso e l’Udinese a distanza.
Leonardo risponde di getto, pensa e parla contemporaneamente. Magari verrebbe da chiedersi: ferita chi?

Ferita dalla doppia legnata derby-Champions, e Leo non lo nasconde: «Siamo arrivati al momento più importante e non eravamo al cento per cento. Potevamo diventare primi in classifica e centrare la semifinale di Champions, invece in quattro giorni...Sì, l’eliminazione della Champions ha pesato molto».

Quattro giorni e si parla di rifondazione, una vittoria all’Olimpico e diventa sufficiente qualche ritocco. Questo calcio sclerotizzato dai risultati a Leo non garba, dice: «Come è possibile che a Parma perdi e poi batti la Roma. Non credo si possa parlare di differenza in termini di voglia e di grinta. Mi dite che l’Inter è stanca. Sì, è stanca, ma è una stanchezza che va analizzata, vorrei capire se è stanca nella testa o nelle gambe. Io vedo che c’è molta alternanza di risultati e non solo per l’Inter, le altre hanno perso partite che sembravano semplici e poi hanno quelle più complicate». Si sta avvicinando al botto. Prima però vuole spendere ancora due parole sui giocatori: «Si parla di rifondazione per una squadra che fino a tre settimane fa aveva fatto benissimo. Ma come si fa? Noi in realtà siamo concentrati sugli obiettivi da conquistare ora». Ci siamo. Leo scopre le sue carte: «La stanchezza ce l’ha l’Inter ma ce l’hanno addosso tutti. E se quelle che ci precedono le perdono tutte e noi le vinciamo tutte, chissà cosa succede». L’ha detto, cinque al termine, otto punti dalla capolista, due dalla seconda, vinta la prima semifinale di coppa Italia e Leo l’ha detto, niente è impossibile per questa squadra: «Perché l’Inter sa tirare sempre fuori qualcosa in più».

Il resto sono tante chiacchiere che il tecnico esaurisce in due battute. Per esempio quando paragona il ritorno di Josè Mourinho a un sogno: «Se lui tornasse all’Inter sarei il primo a dargli il benvenuto. Qui si parla ancora di Helenio Herrera, figurarsi di un allenatore che ha vinto tutto nemmeno un anno fa. È normale che qui si continui a parlare di lui e di un suo ritorno, così come è giusto sognare». Peraltro proprio ieri Josè ha dichiarato di sentirsi sempre più contento di restare a Madrid. Sui nazionali chiamati all’estero con le loro nazionali è concreto: «Ci sono dei regolamenti, un club non si può rifiutare, anche se poi nel derby il Milan aveva nove undicesimi di giocatori a disposizione mentre noi avevamo nove undicesimi della squadra in nazionale». Anche Ganso è liquidato rapido: «Non c’è un progetto su di lui da parte dell’Inter. Non c’è neppure un’idea. Io lo sento ma solo perché lui cerca consigli e il mio è di guarire bene e riconquistare il posto in nazionale.

Neymar? Ecco, questo è un calciatore che fa innamorare chi lo vede giocare, uno che sarà sicuramente al centro del prossimo mercato». Insomma su Ganso l’Inter non c’è mai andata, ma allora quella denuncia del presidente del Santos a cosa si riferiva?

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