Movida a rischio, presidio fisso in corso Como

Spaccio, risse, schiamazzi notturni, discoteche vip nell’occhio del ciclone. E ora pure un altro caso di presunta violenza sessuale. Corso Como non è solo movida, tempio del divertimento milanese famoso in tutto il mondo. Se ne è accorta la politica, che ora chiede a gran voce un presidio fisso nell’area.
Per chi vive e lavora nei dintorni, corso Como è l’inferno. Una zona franca dove di notte gli spacciatori si rincorrono, se le «suonano» o si accoltellano per il controllo del mercato. Poveri commercianti, altro che affari. Qui è soprattutto la cocaina la merce preziosa da barattare a palate di contanti. Banconote che spesso passano dalle mani senza calli di ricchi figli di papà, i «fighetti», come li chiamano con disprezzo gli altri giovani, e finiscono tra le dita sporche di criminali maghrebini o senegalesi.
Corso Como è una fetta importante del mercato degli stupefacenti in città. Chi ha il controllo del territorio può pensare in grande e riempirsi le tasche di soldoni. Soprattutto nei weekend, dove il popolo della notte invade i locali dell’area. Hollywood, Tocqueville, LoolaPaloosa, per citare i più famosi. Sono le disco dei vip, dove entrare è già un successo per chi non brilla, sotto i riflettori, di luce propria. Ma sono anche i luccicanti totem dello sballo, dove per fare serata un tiro di coca non è poi così male e perde quel senso di proibito. In bagno o in macchina, dopo essersi riforniti dal pusher che sta appostato in via Pasubio o in via Maroncelli.
Qui vengono a bere e ballare le più belle ragazze della città, le modelle, le turiste. Qui c’è la gioventù che conta, quella che gira su auto sportive e macchinoni. E, poco più in là, c’è la «feccia», gli spacciatori con le vedette che avvisano tutti quando arrivano gli sbirri. È la «bamba» il collante tra ricchi e poveri, italiani e no. È sempre lei che tormenta i sonni dei residenti, che spaventa sempre di più i commercianti, che allarma i politici. «In corso Como, a garanzia dei tanti frequentatori, è necessario un presidio fisso come hanno chiesto le associazioni della zona», tuona il vicesindaco De Corato, scosso dalle cronache degli ultimi mesi. Locali chiusi a marzo, maxirissa a maggio, presunto stupro ieri notte. «Grazie al patto per la sicurezza - continua De Corato - corso Como è stato oggetto di continui controlli da parte delle forze dell’ordine, soprattutto contro spaccio e prostituzione. Ma l’alto tasso di criminalità rende necessaria una presenza fissa».
Appoggia l’idea del presidio e chiede più collaborazione da parte dei cittadini Manfredi Palmeri, presidente del Consiglio comunale: «Insieme alle azioni delle forze di polizia è importante l’aiuto dei cittadini. Devono avere fiducia nelle istituzioni e proseguire nel fornire indicazioni utili contro i reati diffusi».
Tra i residenti, che spesso hanno collaborato con la questura in passato, la notizia che potrebbe essere disposto un presidio fisso di agenti sotto casa non può che rassicurare. «Io abito in via Pasubio - dice Giuseppe Giuntoli -, ogni volta che vado a prendere mia figlia che finisce di lavorare di sera tardi ho paura. Ben venga la pattuglia». Il percorso verso casa è fatto di vicoli bui e stretti tra le travi del cantiere di piazza XXV Aprile. «Trovi sempre qualcuno che ti ferma e ti chiede se vuoi la droga.

Gli spacciatori sembra che ti aspettino per tenderti un agguato. Fanno avanti e indietro in bici e ti lanciano brutti sguardi se provi ad alzare la testa. Quando sei in giro con tua figlia non è bello essere obbligato a guardarti le spalle», conclude Giuntoli.

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