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Con un Mozart inedito Muti e i suoi giovani incantano Salisburgo

In attesa di inaugurare il restaurato Teatro grande di Pompei, Riccardo Muti e i suoi giovani dell’orchestra Luigi Cherubini hanno raccolto venerdì scorso a Salisburgo un grande successo, applausi senza fine e molte chiamate fuori scena per la prima di Betulia liberata di Mozart, con cui si è aperta la IV edizione del Festival di Pentecoste all’Haus für Mozart (Casa per Mozart). L’orchestra giovanile Cherubini, ormai da quattro anni è coinvolta, assieme al Festival di Ravenna, nell’operazione voluta e diretta da Muti di recupero dei capolavori dimenticati del Settecento napoletano, riproposti a Salisburgo. Ma venerdì sera nella patria di Mozart ha eseguito in prima mondiale Betulia liberata, composta da Mozart a 15 anni, su testo di Pietro Metastasio e mai stata eseguita in forma scenica. Solo nel 2006, nell’ambito del progetto «Mozart 22» che prevedeva la presentazione di tutte le sue 22 opere per i 250 anni della nascita, fu eseguita in forma di concerto.
Tema molto in voga all’epoca, la Betulia ispirò ben 73 compositori, e Mozart la scrisse nel 1771 dopo un incontro cruciale a Napoli col musicista napoletano, Niccolò Jommelli, che qualche anno prima aveva dedicato al tema un oratorio, intitolato appunto Betulia liberata. Questo stesso oratorio sarà messo a confronto con la Betulia di Mozart e chiuderà il festival di Pentecoste. Musica bellissima, testo altamente drammatico e lirico, in quest’opera di argomento biblico, definita tecnicamente «azione sacra», si sente il giovanissimo Amadeus proiettato verso i suoi capolavori degli anni successivi. L’opera si ispira al libro di Giuditta dell’Antico Testamento: l’eroina ebrea salva il suo popolo e la sua città, Betulia, assediata dagli Assiri, introducendosi nel campo nemico e uccidendo, decapitandolo, il comandante Oloferne.
Tanti applausi alla fine e anche durante l’azione, a scena aperta. Grande accoglienza per i giovani musicisti della Cherubini e per il cast (Michael Spyres nei panni di Ozia, Alisa Kolosova in quelli di Giuditta e Maria Grazia Schiavo in quelli di Amital); apprezzamento generale per la regia e le scene (Marco Gandini e Italo Grassi) e per i costumi (del premio Oscar Gabriella Pescucci). Applausi fragorosi e innumerevoli chiamate al termine per Muti, acclamato da una interminabile standing ovation. In camerino, il maestro è visibilmente stanco ma soddisfatto, felice soprattutto per i suoi ragazzi: «Sono bravi e hanno riscosso un successo meritato, rappresentano un nostro futuro di qualità e serietà».


Lo stesso maestro e la stessa orchestra sono attesi il 10 giugno per inaugurare il Teatro Grande degli Scavi di Pompei rinato grazie al restauro e alla riqualificazione della struttura dopo 15 mesi di lavori con un programma del grande repertorio classico: dall’Ouverture-Fantasia Romeo e Giulietta di Cajkovskij all’Uccello di Fuoco di Stravjinskij (Suite 1919). In chiusura la Quinta Sinfonia in do minore, op.67 di Beethoven.

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