MilanoBerlusconi lo chiama Mare nostrum, come quando Roma era la capitale del mondo. Altri tempi e altre storie, ma il linguaggio racconta il desiderio di ridare centralità al Mediterraneo, spostando equilibri ancorati al di là dellOceano. Dopo il G8 dellAquila, se ne è parlato a Milano, al Forum economico e finanziario per il Mediterraneo organizzato dalla Promos, lagenzia internazionale della Camera di commercio. «È necessario sviluppare le relazioni amicali con tutti i Paesi dellarea sud del Mediterraneo» dice il premier.
Berlusconi ha candidato Milano a essere sede del segretariato economico dellUnione per il Mediterraneo, lorganismo lanciato lo scorso anno dal presidente francese, Nicolas Sarkozy, per rinsaldare i rapporti tra lEuropa e lAfrica del Nord. Lauspicio è che i risultati siano tangibili: «Quando ci furono gli accordi di Barcellona ero allopposizione, si parlò di pace e sviluppo ma poi non si fece nulla. LUnione per il Mediterraneo non deve essere una seconda Barcellona».
Tra gli ospiti Hosni Mubarak, il presidente dellEgitto, che si è trattenuto a colloquio privato con Berlusconi, ringraziandolo per «il miglior G8 mai organizzato». Complimenti «per il successo clamoroso» rinnovati in pubblico all«amico» presidente del Consiglio da Mubarak, convinto che la crisi economica possa essere trasformata in «unopportunità per aumentare la cooperazione», «riformare le istituzioni finanziarie internazionali» ed «evitare impatti negativi sui Paesi in via di sviluppo, altrimenti aumenterà il gap tra ricchi e poveri e si rischia di alimentare il fondamentalismo, lemigrazione clandestina, la tratta di esseri umani e la criminalità organizzata».
Unanalisi condivisa da Berlusconi, deciso a potenziare ulteriormente gli interscambi con larea del Mediterraneo e aiutare lAfrica con interventi diretti, ma controllando il modo in cui vengono usati i finanziamenti: «Non bisogna più, come in passato, consegnare i fondi ai governi, soprattutto a quei Paesi che non sono compiute democrazie, ma fare cose concrete, e cioè asili, scuole, ospedali, strade, ferrovie, amministrazioni pubbliche e sistemi giudiziari». Lobiettivo è anche frenare gli sbarchi ed «evitare flussi migratori insostenibili»: nei prossimi due anni la popolazione mondiale aumenterà di due miliardi di persone, «che nasceranno in Paesi dove non cè benessere».
Nonostante la crisi, nel 2008 linterscambio commerciale tra lItalia e i Paesi della sponda sud del Mediterraneo è cresciuto, andando oltre i 62 miliardi, con un 20,3 per cento in più delle importazioni e un 17,9 per cento in più delle esportazioni. LItalia è già il primo partner commerciale europeo della sponda sud del Mediterraneo ma la sinergia prevede rapporti ancora più intensi con i Paesi rivieraschi. Secondo il premier, «dobbiamo porci un traguardo ambizioso: da un quarto del complessivo interscambio con questi Paesi arrivare a un terzo». Così Berlusconi rivendica i rapporti di vicinato con Gheddafi: «Avremo modo di lavorare alle infrastrutture libiche. Abbiamo un buon rapporto con la Libia, abbiamo chiuso il periodo coloniale, chiesto perdono ai popoli che i nostri antenati avevano voluto sottomettere e chiuso un lungo contenzioso».
Berlusconi è tornato a parlare anche del nucleare, riproponendo il confronto con Parigi. «È un problema grande, ma in Italia siamo in ritardo.
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