«Muggiò tenta di tornare al futuro»

Pietro Stefano Zanantoni è stato già sindaco di Muggiò. Sfida Carlo Fossati, primo cittadino per due legislature. Ritorno al passato...
«No, ritorno al futuro. Che è meglio del presente vissuto purtroppo dai miei concittadini con il malgoverno della sinistra. Anni spesi in chiacchiere. Un esempio? La caserma dei carabinieri. L’aveva voluta la mia giunta. Ma Fossati & company hanno insabbiato il progetto dell’insediamento lungo via Mazzini. Adesso? Promettono di costruirla dopo che sul tema sicurezza hanno fatto sempre e volentieri marcia indietro invece di rendere più capillare e continuo il controllo del territorio».
La sicurezza è priorità del suo programma che richiama altri interventi per amministrare Muggiò «con lo stesso spirito di un buon padre di famiglia». Vuole dettagliare?
«Be’, penso ai servizi sociali e ai servizi alla persona. Obiettivo è che nessuno deve essere lasciato indietro o lasciato solo. E, allora, ecco il raddoppio del Poliambulatorio, la realizzazione di una casa famiglia e l’istituzione di una consulta dei giovani che non sarà un tavolo ma un riferimento per Comune, scuole e associazioni affinché si prevengano e riducano eventuali disagi».
Buona amministrazione si declina pure nei lavori pubblici. Qual è l’alternativa ai progetti faraonici, alla colata di cemento prevista dalla sinistra?
«Daremo priorità ai quartieri dimenticati come San Francesco, San Carlo e Prati. Spenderemo poi le risorse in modo proporzionale anche negli altri quartieri per migliorarne l’estetica e la funzionalità invece di sprecare i soldi, come fatto da Fossati, per discutibili e inutili rifacimenti di piazze. Ma il primo intervento sarà la realizzazione di rotonde nei punti critici della viabilità, quindi scomparirà il “semaforo intelligente” all’incrocio tra viale della Repubblica e via Europa».
Sfogliando il suo programma elettorale, Zanantoni, si scopre la volontà di riqualificare le aree verdi. Anzi, di farne fiore all’occhiello del sistema giardini...
«È la politica del “bene comune”. Prima nostra preoccupazione è che Muggiò divenga un luogo dove abitare più che risiedere, in cui vivere più che esistere.

E lo vogliamo fare pensando ai nostri figli, all’eredità che gli lasciamo».
Risposta degna di uno spot, magari per aumentare il numero dei residenti?
«Spot? No, è quello che vogliamo, quello che facciamo perché a Muggiò vogliamo vivere e meglio».

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