Nellimmaginario collettivo ci sono due cose per cui i romani doc sinfiammano facilmente: le partite di calcio e le multe dei vigili urbani. Figuriamoci se un «pizzardone» con lhobby dallenare una squadra giovanile viene «ingiustamente» espulso dal campo di gioco e decide di vendicarsi con larbitro libretto delle contravvenzioni alla mano... Un fatto del 2003 approdato ora in Tribunale. I fatti. Aveva espulso lallenatore di una squadra juniores di calcio, un vigile urbano, per offese e minacce. Qualche tempo dopo si vide recapitare una multa per uninfrazione al codice della strada che, dichiara, non solo non aveva commesso, ma che non era nemmeno riconducibile ad altri poichè la sua auto era in unofficina meccanica. Il vigile urbano, A.S., per quella che lo stesso arbitro ipotizza come una vendetta, è ora sotto processo, a Roma, per falsità ideologica e per abuso dufficio. I fatti, denunciati da Massimiliano Pomaro, arbitro federale iscritto nella sezione «Roma I», con lassistenza dellavvocato Remo Pannain, cominciano il 2 novembre 2003 in occasione della partita Montelibretti-Rignano Soratte, valida per il campionato juniores provinciali. Al 27 minuto del primo tempo, come riportato nellesposto presentato alla procura di Roma, lallenatore della squadra ospite viene espulso per offese al direttore di gara. Lincontro venne successivamente sospeso a causa di una lite tra i giocatori e a seguito di quella decisione lo stesso A.S. - si legge ancora nella denuncia - spintonò larbitro allinterno dello spogliatoio. Episodio che costò allallenatore del Rignano Soratte una squalifica fino al 30 giugno 2004.
Il 9 aprile dello stesso anno fu notificato a Pomaro una multa di 205 euro, compresa la decurtazione di 11 punti dalla patente, per essere passato con il semaforo rosso. Quel giorno, ricorda bene larbitro, non poteva essere stata commessa linfrazione poichè lui si trovava in altra zona della città rispetto al luogo indicato nel verbale, ma soprattutto perchè la sua auto era da un meccanico per un controllo generale in attesa di essere venduta. Nelle settimane successive un altro verbale di contravvenzione allo stesso veicolo, sempre firmato da A.S., fu notificato al nuovo proprietario dellauto il quale dichiarava che quel giorno certamente non era transitato nel luogo oggetto della contestazione. Da qui la denuncia alla procura da parte di Pomaro e il rinvio a giudizio, su richiesta del pm Roberto Cucchiari.
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