Multa per chi imbrattò il Duomo? Comune: «Serve pena esemplare»

Un atto riparatorio adeguato. Che tradotto significa obbligo di prestare opera in servizi sociali o sborsare parecchi quattrini come risarcimento per il danno fatto. È quanto chiede il vicesindaco Riccardo De Corato per il writer 20enne che a ottobre osò sporcare con le sue tag colorate di rosso addirittura un muro laterale del Duomo.
«Imbrattare un simbolo come il Duomo - dice De Corato -, nato per volontà e con il contributo dei milanesi cui appartiene da sette secoli, richiede un atto riparatorio adeguato all’episodio. Ci rimettiamo alla decisione del giudice di pace. Ma il Comune, che è parte civile nel processo, chiede a titolo risarcitorio che il responsabile sia affidato a forme di attività sociali o in via subordinata un risarcimento economico congruo».
Ieri si è svolta l’udienza del processo davanti al giudice di pace. Il pubblico ministero ha chiesto come condanna penale per il writer, sorpreso dalla polizia ancora con in mano l’arma del delitto (un pennarello rosso), una multa di 400 euro. La sentenza è attesa per il prossimo 24 settembre e lì il giudice deciderà anche la forma risarcitoria a favore del Comune. Comune che ha recentemente stanziato un finanziamento da un milione e mezzo di euro per la Fabbrica del Duomo.


«È bene ricordare - conclude il vicesindaco - che la stupidità di un gesto come quello di imbrattare un monumento storico-artistico non appena entrerà in vigore il ddl sicurezza sarà sanzionato con la reclusione fino a un anno e in aggiunta una multa fino a 3mila euro. I writer incalliti sono avvisati».

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