«Una multa a me? Mai» Ecco i nuovi buffoni del lei non sa chi sono io

Marek Hamsik è un calciatore del Napoli. Viene dalla Slovacchia ma in verità è nato quando ancora il Paese suo era uno solo e si chiamava Cecoslovacchia. Caduto il Muro, Hamsik ha mollato Bratislava e ha traslocato a Brescia prima di trasferirsi anema e core sotto il Vesuvio. Qui gioca e guadagna da re e se la spassa che è un piacere. Lo ha confessato lui medesimo a la Prava, che significa Verità e dunque non può essere smentita anche ora che il regime non c’è più. Dunque Hamsik ha detto che a Napoli lui si può permettere di filare a centoquaranta all’ora in auto tanto i vigili lo salutano, sorridono, se lo fermano gli chiedono l’autografo e lo lasciano andare via tra gli applausi del popolo.
Qualcuno ha tentato di ridimensionare le parole e il pensiero del calciatore, dicendo che il senso del discorso di Hamsik era un altro, che trattasi di ipotesi, che la vita è bella e Napoli ancora di più. Lo stesso slovacco si era già fatto riconoscere dopo il furto di un suo orologio Rolex, restituitogli alcuni giorni dopo: «Perché sapevano a chi apparteneva!» era stato il suo commento.
Ma a Napoli le forze dell’ordine reagiscono con veemenza e sdegno, non ci stanno a fare la figura dei complici, ricordano che a Santacroce, pure isso giocatore do Napule, venne ritirata la patente lo scorso anno e che la villa a Posillipo di Fabio Cannavaro è stata sequestrata per i lavori abusivi, dunque Hamsik non faccia il furbo, 'cca nisciuno è fesso.
Ma al grido di «lei non sa chi sono io» il Paese procede, accelera, non si ferma davanti a nessuno, vigili, polizia, guardia forestale o costiera, c’è sempre un parente, un compare, un amico dell’amico che serve come carta di credito per passare la dogana e fare fesso il resto della folla. La letteratura in merito è folta di figure e figuri, i politici occupano i posti migliori, in alcuni casi godono anche della scorta che protegge, tutela e garantisce l’immunità extraparlamentare, in altri basta la faccia più che la parola, l’onorevole e il senatore non possono essere fermati se non in caso di strage, se poi stanno correndo verso Fiumicino o Termini allora il caso è grave, la paletta d’emergenza serve per fermare il traffico non il deputato. Non è da dimenticare il caso Burlando, ex ministro dei Trasporti, il quale riuscì a percorrere, a bordo della sua Mitsubishi, un chilometro contromano in autostrada, anche con telefonino all’orecchio, seminando il terrore tra gli automobilisti che viaggiavano nella corretta direzione, costretti a sbandare, a fermarsi lungo la corsia di emergenza. Fermato da una pattuglia della polizia invece di esibire patente e libretto mostrò la tessera numero 938 della Camera dei Deputati. Smaltita la pratica burocratica il Burlando raggiunse Marassi, nel senso dello stadio, per assistere a Genoa-Livorno, urlando contro l’arbitro, reo di non avere fischiato una scorrettezza dei toscani. Idem come sopra per altri personaggi illustri, quelli dello spettacolo, donne e uomini non fa differenza anche se per le prime una minigonna e/o una scollatura possono servire alla bisogna come non mai. Poi ci sono i calciatori. Costoro possono garantire oltre all’autografo anche l’eventuale maglietta o, a scelta, il biglietto omaggio di ingresso per la successiva partita di campionato o coppa, vada pure e la prossima volta stia più attento. Un illustre esponente internazionale del settore, insomma un calciatore vip, disse un giorno che si era ormai accorto che gli anni stavano passando inesorabilmente anche per lui perché invece di un solo autografo ne aveva dovuti firmare una decina. Scherzava? Non troppo, era roba buona per i militi.
Il fatto è che Marek Hamsik ha detto la verità e non soltanto perché parlava alla Prava. Ha detto quello che a Napoli e a sud o nord del Paese accade puntualmente. Si narrano storie incredibili sull’era maradoniana, quando gli scugnizzi o compari del Pibe provvedevano a spostare a mano le auto parcheggiate regolarmente perché impedivano il regolare parking al Diego Armando.

Marek Hamsik andava multato soprattutto per il taglio dei suoi capelli, i Simpson hanno chiesto i danni, la dentatura poi aggiunge al Nostro un dettaglio non marginale. Mi metto nei panni dei poliziotti costretti a leggere sul documento di guida il luogo di nascita del calciatore: Banska Bystrica, roba da far sanguinare le gengive.

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