Repubblica, ieri, è incappata in due disavventure nel pubblicare alcuni dati sulla mortalità pedonale. La prima è stata spedire un cronista a fare un reportage per le vie di Roma, città che che notoriamente è comandata dai pedoni: altrove, per esempio a Milano, comandano gli automobilisti che sono più disciplinati e però anche veloci, e se sgarri ti stirano. La seconda disavventura è stata notare che in una certa zona romana vengono investiti soprattutto stranieri, come se la cosa avesse un significato particolare e non che è semplicemente la zona che divide il Colosseo dalla Fao, dove non trovi un italiano manco a pagarlo. Ma a parte queste sciocchezze, c’è da notare che le proposte per limitare le morti pedonali, formulate soprattutto dalle solite associazioni di consumatori, appaiono punitive solo per chi guida: fissare i limiti a 30 allora, elevare le sanzioni, disegnare sagome mortuarie per le strade, cose del genere. Io avrei anche un’altra proposta: multare i pedoni, come avviene in tutta Europa.
Ridare significato, ossia, alle strisce pedonali, partire dal principio il pedone non ha sempre ragione: anche perché nel 50 per cento dei casi, come spiegano i dati, è proprio del pedone la colpa. In città, ormai, serve una patente anche per andare a piedi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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