Meno multe e ausiliari della sosta a far scorrere il traffico, sgravi fiscali per chi affitta ad anziani e giovani coppie, pugno di ferro con gli extracomunitari irregolari e solidarietà per chi lavora e rispetta le regole. E poi sgomberi nelle case Aler occupate, prezzi più bassi nei mercati comunali, lotta dura all’abusivismo, più negozi italiani a Chinatown, cura del verde e una cabina di regia per aiutare i disoccupati a trovar lavoro. Comincia a prender corpo il programma di Letizia Moratti. Che, almeno ufficialmente, rimanda a dopo le elezioni politiche. Ma non può fare a meno di rispondere alle domande dei telespettatori. Come ieri all’ora di pranzo ad Aria Pulita, trasmissione condotta da Massimo Villa. E così, davanti agli obiettivi di Telecity, la lady ministra si scioglie. Nessun giornalista, oltre al conduttore, e un fiume di telefonate di milanesi curiosi di sapere che faccia avrà il dopo Albertini. Ripartiamo da un progetto, lo slogan. In realtà i progetti sono tanti. «Ho ricevuto 700mila segnalazioni e 50mila proposte al sito internet. Da qui nascerà il mio programma». Nemmeno il tempo di dire che la candidatura l’ha «scelta e non accettata» che si parla di lista civica. «Non è - assicura - né un fatto di moda, né di facciata. Ma una necessità. Il prossimo sindaco deve avere un programma che nasca dalla città. Chi ci vive e lavora, di Milano conosce i punti critici e quelli di forza».
Driiiin, tocca ai telespettatori. «Ministro, ma quegli ausiliari della multa (fantastico lapsus, ndr). Sono sempre lancia in resta, sembrano in guerra». Ausiliari della sosta, corregge il bravo presentatore. «Lei ha ragione», non esita nemmeno un momento la ministra che in un attimo butta a gambe all’aria la «tolleranza zero» albertiniana. «Bisogna trasformarli in ausiliari del traffico. Assurdo multare artigiani che lasciano l’auto per raggiungere i clienti. Meglio occuparsi di sveltire il traffico. E, per chi lavora, agevolazioni sulle strisce gialle e blu. È più importante combattere l’abusivismo che tartassare i cittadini con le multe». Un assist perfetto. Domanda sugli extracomunitari irregolari e risposta appuntita. «A Milano ho visto situazioni di irregolarità che non pensavo possibili. È necessario intervenire». Come? «L’immigrazione non si può fermare, ma va governata. Le leggi in Italia ci sono, facciamole rispettare. Rispettiamo chi lavora e paga le tasse, rigore assoluto con gli irregolari». Lavoro? «A Milano l’occupazione è salita del 4 per cento e si produce il 10 per cento del Pil nazionale. Ma bisogna migliorare la capacità di coniugare domanda e offerta di lavoro. Manca un orientamento per i giovani, per le donne, per chi è rimasto disoccupato e si deve riqualificare. Rilanciamo il Patto per il lavoro firmato a Milano nel 2000. Allora riguardava gli immigrati, oggi sia una nuova alleanza tra sindacati e imprese con il Comune a far la cabina di regia».
«Buongiorno ministro. Abito sui Navigli, ma con la pensione non posso più pagare 800 euro di affitto. Dopo sessant’anni dovrò lasciare la mia casa». «Un problema serio - scuote la testa -. È difficile intervenire.
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