Roma

Multe pazze, Causi fa dietrofront L’Ospol: commissione d’inchiesta

L’assessore ora cerca di scaricare le responsabilità degli errori sul vecchio gestore

«Si tratta di un fatto assurdo e inaccettabile». Questa la reazione dell’assessore capitolino alle Politiche economiche, finanziarie e di bilancio, Marco Causi, in merito alle multe e agli avvisi di pagamento per contravvenzioni mai esistite o già pagate. Il caso, ormai noto a tutti come «multe pazze», è tornato in prima linea dopo l’ultimo episodio che ha visto recapitare alla madre di un figlio deceduto in un incidente stradale nel 1993 una multa fatta nell’anno successivo alla sua morte.
«Queste “multe pazze” - prosegue l’assessore che ora fa marcia indietro dopo mesi e mesi di proteste - dipendono certamente da gravi errori e inadempienze del vecchio concessionario delle imposte, il Monte Paschi concessionarie. Ma - spiega sempre nella nota Marco Causi - il nuovo concessionario, Equitalia Gerit, non può far ricadere questo errore sulle spalle dei cittadini, creando immotivato allarme sociale». Allarme immotivato che genera, però, non pochi disagi ai cittadini, i quali si vedono recapitare, nelle proprie abitazioni, atti come: canoni, contravvenzioni, bolli d’auto, infrazioni già risarcite ma che, invece, devono pazientemente farsi riconoscere.
«Ritengo urgente e necessario - ha concluso l’assessore Causi - un intervento normativo che risolva questo problema», chiedendo e ricevendo la piena disponibilità del ministro Amato e del viceministro Visco.
A dare sostegno agli abitanti capitolini è intervenuta l’Organizzazione sindacale delle Polizie locali, Ospol, chiedendo l’istituzione di una commissione d’inchiesta consiliare per tornare a una corretta gestione dell’ufficio contravvenzioni della polizia municipale. Secondo l’Ospol, proprio l’ufficio contravvenzioni è la vittima principale di manovre per realizzare la privatizzazione dei servizi di polizia municipale, che ha visto l’inserimento di numerosi incaricati di ditte private creando, così, una gestione caotica e disorganica delle procedure specifiche relative alle violazioni stradali.
Questa è la situazione che da alcuni anni ha fatto sì che centinaia di migliaia di multe scadute o già pagate venissero recapitate in città e provincia con la perdita, da parte degli addetti, della relativa documentazione delle sanzioni stesse. È istituzionalmente inaccettabile e pericoloso - secondo l’organizzazione - delegare a enti privati, diversi dal Comune, l’amministrazione dell’esazione degli importi. Un’ulteriore «disagio», che coinvolge sempre l’inesperto cittadino, è anche il cosiddetto «fermo amministrativo» del veicolo, ovvero il divieto di circolazione del mezzo, o l’«ipoteca sulla casa» con successiva espropriazione della stessa; atti che rendono la vittima praticamente impotente legalmente, ricevendo soltanto una comunicazione preventiva, superflua da un punto di vista giuridico. Una decisione amministrativa che, secondo l’articolo 3 della Costituzione, viola il principio di uguaglianza che richiede «pari dignità sociale per tutti i cittadini, senza distinzioni di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche e condizioni personali».

Per ripristinare una situazione legalmente accettabile, l’Ospol chiede al sindaco Walter Veltroni un intervento immediato con la necessaria attivazione di una Commissione d’inchiesta consiliare per poter accertare le relative responsabilità e il giusto risarcimento per danni ingiusti, come riconosciuto per legge.

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